Buongiorno Stelline ^_^
Oggi vi parlo di un libro del genere romance (che
ogni tanto amo leggere) di una serie che acquistavo spesso tantissimi anni fa e
mi sono prefissata di leggerne uno (di questo genere) al mese in modo da
smaltire la mia lista di libri romance da leggere ancora, quei libretti che ho
nella mia libreria da secoli ormai e che ancora non ho letto.
Sto parlando della serie I Grandi Romanzi Storici
pubblicati dalla Harlequin Mondadori e il libro che vado a recensire quest’oggi
è quello letto nel mese di Febbraio e s’intitola UNA CASA PER AMANDA di Carolyn Davidson.
Titolo: Una casa per Amanda
Autrice: Carolyn Davidson
Editore: Harlequin Mondadori Spa
Edizione: I Grandi Romanzi Storici
Data Pubblicazione: Agosto 2004
Titolo Originale: Tempting a Texan
Traduzione: Laura Lunardi
Genere: Romanzo Rosa
Texas 1897
Nicholas Garvey, ricco banchiere di Collind Creek,
apprende da un telegramma di essere stato nominato tutore di una bambina di
cinque anni, figlia di una sorella che lui non aveva mai sospettato di avere.
Non ha neanche il tempo di riprendersi dalla sorpresa, che la piccola Amanda si
presenta nel suo ufficio accompagnata da una donna molto bella, Carlinda
Donnelly.
Per lui, scapolo che non ha mai seriamente pensato
al matrimonio, la sola idea di doversi occupare di una bambina è inconcepibile
ma memore della propria difficile infanzia decide di dare ospitalità alle nuove
arrivate, almeno fino a quando non troverà una soluzione che gli consenta di
continuare la vita di scapolo che ama tanto. Solo che non ha fatto i conti con
la dolce Lin, che da subito suscita in lui desideri insospettati.
Carolyn Davidson sposata con il ragazzo del cuore del liceo, quest’autrice americana ha sempre amato scrivere, tant’è vero che fin da bambina inventava storie per quando sarebbe diventata madre e nonna. Ha, infatti, sei figli e un forte senso di responsabilità sia nella vita sia nel lavoro.
Una
casa per Amanda
di Carolyn Davidson è un romanzo rosa della serie I Grandi Romanzi Storici
edito dalla Harlequin Mondadori ambientato nel Texas nel 1897.
Dopo aver letto la trama, mi sono sorte alcune
domande, cui, ogni volta e per ogni libro, mi auguro di trovare le risposte
durante la lettura del romanzo stesso e quando questo succede, vuol dire che
sono stati esauriti i fili narrativi.
Chi è Nicholas Garvey? E’ il protagonista della
storia. Il ricco banchiere di Collins Creek che riceve all’improvviso un
telegramma dove gli viene comunicato di essere stato nominato tutore della
figlia di cinque anni di sua sorella. Ma chi è la sorella di Nicholas? Una
donna di cui apprende solo ora l’esistenza, dopo la sua morte, la quale affida
a lui la crescita della sua bambina e che lui non riesce a considerare di
allevare una bambina, attività che si contrappone al suo stile di vita da
scapolo e libertino.
Amanda, è lei la dolcissima bambina di cinque anni
con occhi dello stesso colore dello zio e dai capelli scuri e ondulati, accompagnata
da una giovane donna dai capelli rossi e profondi occhi castani di nome
Carlinda Donnelly. La donna era molto amica della madre di Amanda ed è molto
legata alla piccola, tanto da accompagnarla nel paesino, a nord di Dallas, in
cui vive il banchiere, un posto dove regnano la pace e la tranquillità. Linnie,
così viene chiamata dalla bambina e successivamente dallo stesso Nicholas, ha
qualcosa di raffinato in lei, e la sua voce ha un’inflessione colta e istruita.
Linnie subisce fin da subito il fascino dell’uomo,
nonostante l’impressione iniziale non sia stata delle migliori. Definirlo bello
non basta, sicuramente un aspetto autoritario, sicuro di sé e carismatico; con
occhi azzurri limpidi e intensi.
“Sarebbe stato per lei un avversario temibile, lo sapeva bene”.
Una voce molto profonda e raffinata, ma con un
sottotono di forza che faceva capire quanto potesse essere terribile come
nemico.
Sinceramente la prima parola che mi è venuta in
mente, dopo che Nicholas si rende conto di provare fin da subito una certa
attrazione nei confronti di Linnie, è ridicolo,
non mi ha suscitato alcun coinvolgimento questo suo sentire interiore per lei e
le parole che usa nei suoi confronti.
“In quel preciso momento Nicholas si rese conto di come i
pantaloni che indossava gli fossero improvvisamente diventati troppo stretti,
una sorta di prigione in cui la sua prorompente virilità era impietosamente
compressa. Si tolse il cappello e se lo portò davanti, come a nascondere la
prova dei suoi cattivi pensieri.” Passaggio per nulla romantico o che abbia
suscitato interesse o coinvolgimento, se non una risata per la banalità del
pensiero!)
Nicholas riesce a convincere la donna a rimanere
nella sua casa ma, nel frattempo, a New York, abbiamo il cattivo della storia
Vincent Preston (il tipo d’uomo che non si vorrebbe mai incontrare), il socio
del padre di Amanda, un uomo alto, dall’aspetto sinistro, astuto e molto duro
il quale trama il rapimento della piccola Amanda e della sua bambinaia.
Non ho trovato il modo di pensare e di comportarsi
di Nicholas romantico, anzi:
“Aveva davanti a sé due giorni interi per cercare di attirarla
nella sue rete”. Ho trovato davvero brutta questa espressione, si capisce cosa
intende per “cercare di attirarla nella rete”…Ho trovato questo pensiero un po’
fastidioso e ha perso un po’ di fascino che esercitava su di me all’inizio.
Ho trovato tenero
e dolce il rapporto tra Amanda e Nicholas, molto carini quando sono
insieme e la crescita del loro affetto mi è piaciuta tanto, il punto che più ho
amato della storia e che non me la fa bocciare completamente.
“Quando aveva in braccio la piccola, tendeva a dimenticarsi del
mondo intero.”
Nessun coinvolgimento e nessun cuore in
palpitazione per la storia tra Nicholas e Linnie, non mi piacciono come coppia,
non mi hanno fatto vivere le loro emozioni, nonostante un pensiero di Nicholas
mi sia piaciuto e mi abbia suscitato tenerezza (l’unica volta che me l’ha fatta
sentire). “Lin aveva già guadagnato l’ingresso a una parte del suo animo che
Nicholas aveva custodito e protetto attentamente per più di vent’anni.”
Codarda
è
uno degli aggettivi che ho associato a Linnie, mi ha innervosito in molte parti
e alcune sue azioni le ho trovate superficiali e frettolosi.
Una
casa per Amanda è scritto in terza persona e troviamo
uno stile vivace, essenziale, di registro quotidiano, semplice e principalmente
colloquiale, dal ritmo narrativo rapido e i personaggi, piacevoli o meno, ben
caratterizzato, che creano figure abbastanza concrete. Purtroppo non ho trovato
immedesimazione, condivisione e non ho trovato grande empatia con nessuno di
loro, non ho amato o odiato nessuno in particolare e questo mi ha portato a non
sentirmi particolarmente coinvolta nella storia, nonostante sia stata una
lettura comunque piacevole e carina, ma nulla mi ha suscita sorpresa o
particolare emozione.
Un romanzo non particolarmente interessante e
nemmeno avvincente, sicuramente non noioso ma poco stimolante, carino, dallo
stile semplice, scritto bene, dove vi è, oggettivamente parlando una logicità
nella conduzione della storia e una buona caratterizzazione dei personaggi
anche se l’interlocuzione l’ho trovata a volte banale e alcune parti poco
approfondite. La storia non è particolarmente originale e un po’ scontata, non
coinvolgente e nemmeno intensa che non mi ha lasciato nulla una volta conclusa
la lettura. Nessun colpo di scena o altro, tutto molto prevedibile, ma
semplice, delicata la storia, scorrevole la lettura e molto leggera.
Link Amazon: Una Casa Per Amanda
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Anche questa recensione di Una casa per Amanda di
Carolyn Davidson finisce qui. Chi di voi ha letto questo romanzo? Cosa ne
pensate? V’incuriosisce? Leggere romanzi di questo genere? Aspetto i vostri
commenti!
Vi mando un bacione e alla prossima!
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