Dany's Hobbies: L’IPNOTISTA DI LARS KEPLER RECENSIONE

lunedì 29 aprile 2019

L’IPNOTISTA DI LARS KEPLER RECENSIONE

L’ Ipnotista – Lars Kepler: Ti servono indizi, ti serve tempo, ti serve un movente. Non avrai niente di tutto questo.

Buongiorno Stelline ^_^

Oggi per MOMENTI LIBROSI (QUI i precedenti articoli della rubrica) sono a parlarvi di un libro che ho letto nel mese di Marzo ( QUI il post del wrap up su Facebook) e di cui finalmente sono a scriverne la mia personale recensione su un romanzo che ho trovato a tratti lento e in alcuni piacevole, ma, vi racconto nel dettaglio tutte le informazioni.

Titolo: L’Ipnotista

Autore: Lars Kepler

Genere: Romanzo Thriller

Pagine: 585

Editore: Longanesi

Anno Copyright: 2010.

Titolo Originale: Hypnotisoren

Traduzione: Alessandro Bassini

Prezzo di Copertina: € 18,60.

Erik Maria Bark è l’ipnotista più famoso di Svezia, da tempo, però, non pratica più l’ipnosi di qualcuno, dopo aver promesso pubblicamente che mai più avrebbe più eseguito il suo lavoro, il tutto per qualcosa successa in passato e che ha fatto crollare la sua vita. Una promessa che dura ormai da dieci anni fino al giorno in cui riceve una telefonata di Joanna Linna, un commissario di polizia criminale. Lo chiama perché c’è un paziente, un giovane ragazzo, Josef Ek, che è ricoverato in stato di shock dopo aver assistito al massacro della sua famiglia e non riesce a comunicare con il mondo esterno per via del suo stato ma è l’unico testimone e bisogna interrogarlo subito e salvare la sorella maggiore, Evelyn, scomparsa misteriosamente e pronti a iniziare a cercarla prima che sia l’assassino stesso a trovarla. L’unico modo per scoprire la verità è ipnotizzare il ragazzo. Ma Erik non sa che ipnotizzando il ragazzo infrangerà la promessa, e questo porterà a un cambiamento della sua vita e della sua famiglia.

Lars Kepler non è altro che uno pseudonimo con cui si firmano i due coniugi svedesi Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril è quindi un romanzo scritto da due persone diverse, ma di cui non ho mai notato la differenza di stile della narrazione.

L’Ipnotista è un thriller che inizia con il ritrovamento dell’unico sopravvissuto al massacro famigliare e il commissario Linna vuole ritrovare Evelyn, la sorella maggiore, e per farlo ha bisogno dell’aiuto dell’ipnotista più famoso di Svezia. Una corsa contro il tempo per rintracciare e salvare Evelyn e questo ci porta a credere che si tratti di un romanzo fatto d’indagini, indizi che porta alla ricerca del colpevole ma oltre a questo la storia s’intreccerà con il passato e con la famiglia dello stesso Erik che diventeranno quindi il fulcro del romanzo stesso e di conseguenza il fatto iniziale passerà in secondo piano, visto che verranno a galla tutti i segreti, i nemici, una crisi matrimoniale in corso, un figlio adolescente con qualche problema di salute e una moglie che non si fida e dubita di qualsiasi cosa faccia o dica lui. Sarà Erik stesso a ripercorrere le vicende del passato, a riportare alla mente i ricordi di un passato complicato e che sembra contenga gli elementi per risolvere la situazione difficile e complicata che si presenterà davanti a lui.

La storia si svolge in un’epoca reale più o meno nell’arco di venti giorni prima di Natale, il tempo è breve ma le scene che sono narrate sono pressoché rallentate e non ho trovato un ritmo incalzante, scorrevole e coinvolgente proprio per la lentezza nel susseguirsi delle vicende.

Il narratore è esterno alla vicenda, quindi è una terza persona che racconta il susseguirsi dei fatti, tranne alcune parti centrali del romanzo (quelli in cui riaffiorano i ricordi del protagonista) dove è lo stesso Erik a raccontare alcuni momenti, direi pressoché indispensabili alla storia stessa, legati appunti al suo passato.

Il linguaggio è ricco, descrittivo, dove predominano appunto le sequenze narrative e descrittive e il ritmo piuttosto lento, portandomi spesso a estraniarmi dalla storia stessa e trovando un po’ noiose le descrizioni troppo lunghe e dettagliate.

Sinceramente nessuno dei personaggi della storia mi è piaciuto in modo particolare, non ho provato alcuna simpatia per Erik e nemmeno per Simone, la moglie di Erik. Alcune scelte e modi di fare di Erik non mi sono proprio piaciute, anzi, alcuni momenti lo trovavo ancora di più noioso e poco reattivo, sembra trasportato dai fatti e l’unico modo in cui affronta le cose è prendere pillole per dormire e questo mi ha innervosito parecchio… invece di affrontare la situazione e il problema…lui dorme!

Nonostante questo ritmo lento, la lettura non particolarmente scorrevole e veloce, ho trovato comunque il contenuto discreto, scritto bene, senza refusi o errori e raccontata in modo logico, senza creare confusione, nonostante le due realtà che s’intrecciano nella storia, mantenendo sempre il modo lineare e chiaro della narrazione.

L’ipnotista è un thriller non scontato, piuttosto originale che affronta un tema che mi ha sempre affascinato e allo stesso tempo spaventato, ossia l’ipnosi e tutto ciò che essa comporta.