Ciao a tutti!
Benvenuti o Bentornati sul mio blog! Oggi sono qui a scrivere il Mio Diario di Lettura di un libro letto nel mese di luglio, un libro regalatomi dalla mamma dell'autore e che è stata una piacevolissima scoperta e una bella lettura!
Titolo: Il Diario di Adam
Autore: Jacopo Montrasi
Casa Editrice: Luna Nera
Edizione: Collana Narrativa
Anno Copyright: 2017
Pagine: 123
Serie/Saga: Autoconclusivo
Data Pubblicazione: 20 settembre 2017
Data Inizio Lettura: 1 Luglio 2025
Data Fine Lettura: 10 Luglio 2025
Tipo: Cartaceo in copertina flessibile
Genere: Narrativa Contemporanea
"In natura esistono carnivori o erbivori. Devi solo scegliere cosa vuoi essere."
Achille Centanni e una vita perfetta. Una moglie e un figlio che adora, un lavoro che ama oltremisura.
Achille Centanni e una vita in frantumi. Abbandonato dalla moglie e tradito dalla legge sull'affidamento dei minori, lo psicologo si trova d'improvviso a confronto con la propria solitudine. Con la propria incapacità di accettazione riflessa nelle nebulose sfumature dell' alcol.
Solo grazie al sostegno di Leila, collega e amica premurosa, Centanni riesce a mantenersi in equilibrio sulla sottile corda dell'esistenza.
Poi, l'incontro con Irene Eneri: una ragazzina, appena quindicenne affetta da tumore in fase terminale, che cambierà radicalmente l'uomo e, soprattutto, il suo ruolo in questa vita.
Un concatenarsi di inspiegabili eventi seguono l'incredibile scomparsa di Irene, sfociando in un inseguimento alla cieca, attraverso indizi disseminati su una pista ben delineata, seppur misteriosamente congegnata.
Una storia nella storia.
Quando l'enigma appare risolto e la vicenda conclusa, è lì che inizia la verità . E si delinea un itinerario psicologico attraverso una prospettiva fatta di inimmaginabili gradazioni.
Un viaggio intrinseco ed evolutivo nelle profondità dell'animo umano, una visione della società attuale, ormai specchio di violenza e crudeltà .
Parole scritte, parole dure, parole vere.
Jacopo Montrasi, nato in un piccolo paese della provincia di Milano, nel 1976.
Comincia a scrivere intorno ai tredici anni e continua fino all'età adulta, senza mai però cimentarsi nella redazione di testi destinati alla pubblicazione. Nel 2016 comincia a scrivere racconti, ottenendo diversi riconoscimenti tra cui il terzo posto alla XLV edizione del premio "Writers Magazine Italia", il premio Chiaroscuri di Luna, la menzione d'onore al sesto premio Thesaurus Albarella, il premio speciale nel Premio Letterario Nazionale indetto dal comune di Livorno, oltre alla pubblicazione di alcuni testi in raccolte, antologie e riviste. "Le Memorie dell'ombra" (2018) è il suo romanzo d'esordio. Nell'agosto 2020 vince il premio "Delos Apache". A settembre dello stesso anno risulta vincitore della prima edizione del "Termini Book Festival". A marzo 2021 una sua poesia viene pubblicata nell'antologia poetica Inno alla Morte curata da Bruno Mohorovich (2021). Insieme all'amico William Bavone, è curatore dell'antologia di racconti thriller Istinti Distruttivi (2021). Nel maggio 2021 si aggiudica il primo posto al contest "Pillole Noir" organizzato da Neroma Noir Festival.
Ormai lo sapete che questa mia sezione riguarda le parti che mi hanno maggiormente colpito, che ho annotato, sottolineato e che riporto in modo discorsivo in questa mia parte della mia personale esperienza di lettura di questo libro, quindi, vi ricordo che, se avete paura di trovare qualche piccolo spoiler o qualcosa in più che possa "rovinarvi" la lettura, passate direttamente alla sezione "La Mia Recensione".
"L'amore vince tutto, arrendiamoci anche noi all'amore."
Silenzio, paura e disperazione spingono a cercare un appiglio, eppure, una cosa si capisce. E sarà quell'unico pensiero a salvarci, in qualche modo.
Prima parte
Protagonista della storia è Achille Centanni, un uomo annientato dai sintomi post-sbronza e ciò che gli spaccava il cuore era il fatto di amare ancora sua moglie e da quando lei e suo figlio se ne erano andati percepiva la solitudine e in quella casa trovava ad attenderlo solamente l'assordante silenzio del fallimento matrimoniale e trovava solo l'immagine di se stesso, solo, davanti alla televisione con una bottiglia di vodka in mano.
Durante le prime settimane senza Nina, quel letto a casa, era diventato quasi un simbolo di tortura. Dopo un mese insonne, esasperato e avvelenato nell'anima, Centanni aveva acquisito la devastante abitudine di scolarsi una bottiglia di vodka prima di andare a coricarsi.
Cercava di non portare i suoi problemi al lavoro, ma non sempre riusciva ad abbindolare la sua amica e collega Leila. Aveva troppo rispetto per l'amore per sfruttarlo come un semplice rimpiazzo, con l'unico fine di lenire un dolore.
Centanni, nonostante fosse relativamente giovane, era responsabile dell'area psicologica del C.P., ossia il reparto di Cure Palliative, detto Hospice di cui funzione era il ricovero dei malati terminali bisognose di cure difficilmente erogabili a domicilio o nelle strutture ospedaliere. Oltre alle terapie del dolore, l'Hospice forniva ai degenti anche un sostegno psicologico accompagnando il paziente alla morte. Lui non riusciva ad abituarsi alla vista di ragazzi giovani condannati a morte, come Irene Eneri, quindici anni appena compiuti. "Lo trovo amorale, ingiusto. La negazione stessa dell'esistenza di un Dio caritatevole e misericordioso."
Centanni provava profonda empatia per quella sfortunata ragazza. Ed era proprio questa sua costante lotta interiore a renderlo così empatico verso la sofferenza altrui. La sua incapacità di essere un distaccato professionista era proprio la chiave che lo rendeva il professionista migliore di cui l'Hospice disponeva.
Non riusciva a smettere di fissare il volto della ragazza, freddo e immobile nella morte. Non riusciva a credere che quello che stava osservando era proprio il corpo della giovane ragazza e soprattutto apprendere che un uomo in grado di uccidere un altro essere umano conoscesse il suo nome, lo faceva sentire esposto e indifeso. Voleva capire. Doveva capire.
Seconda parte.
"Scrivere era la mia confessione, mi donava immensa e solitaria soddisfazione."
Sospeso nel tempo preferiva cercare di vivere finché il dolore non fosse diventato insopportabile. I giorni passano, sfuggono come sabbia tra le dita e non tornano mai, resta solo quel senso di solitudine, quello senza pareti e senza confini e si cerca giustizia e qualificazione sociale in un mondo di vetro, mentre la polvere degli anni copre il capo.
"Non ho mai visto tanta schifosa indifferenza, tanta abbietta mancanza di empatia, tanta becera idiozia."
In Il Diario di Adam vi è la crisi dell'intreccio, infatti, esso non è l'elemento centrale del romanzo, ma è una sorta di accessorio meno essenziale privilegiando l'indagine psicologica dei due personaggi centrali della storia, ossia Achille Centanni e Adam, loro sono il nucleo della storia stessa, anche se la vicenda intorno a loro è piuttosto esile, rapida e veloce che serve soltanto a congiungere le diverse situazioni psicologiche, una storia semplice, reale, che si è avvicinata al cuore di me lettrice e ho riscontrato talento, umiltà e buona capacità di parlare a me lettrice senza tuttavia essere generalista. Una storia semplice ma non sciocca assolutamente e scrivere con semplicità , secondo me, è un gesto di avvicinamento al lettore e di accoglienza. E' un piccolo grande mondo, una storia diretta e veloce che custodisce questo marasma incontrollato chiamato "vita" e un nuovo punto di vista da cui guardare le cose.
All'interno di questo libro, vi sono varie situazioni che si presentano in modo autonomo e quindi oggettivamente vi è l' "avanguardia geometrica", che persegue la totale estraneità ed il quasi totale disimpegno dell'autore nei confronti delle situazioni narrate dei due personaggi.
Può essere considerato il "romanzo del silenzio" in quanto rappresenta, in modo egregio, in forma romanzata l'impossibilità di risolvere drammi più radicali e profondi dell'esistenza umana: la malattia, la solitudine e la morte.
Il Diario di Adam si può definire come un romanzo realista, oltre al pizzico di thriller e giallo presente, non solo nell'uso del linguaggio dialettale e quotidiano, ma anche alla riscoperta di tematiche sociali; una reazione "arrabbiata" contro l'ipocrisia della realtà , il più delle volte molto dura e violenta.
I personaggi sono assolutamente ambigui, sia Achille Centanni che Adam, presentano infatti caratteristiche contrastanti, non facilmente classificabili in termini di bene o male, giusto o sbagliato. Entrambi compiono azioni, chi buone e chi cattive, comprensibili sotto certe angolature, attenzione non giustificate ma chiare, alla fine, le motivazioni che li spingono a comportarsi in un certo modo. Passano entrambi da un estremo all'altro, mostrando tratti di personalità opposti in momenti diversi. Questa ambiguità mia portato ad interrogarmi sulle loro vere nature e sulla moralità di certe loro azioni. Entrambi riflettono la complessità della natura umana, con le loro luci e ombre. Non sono sicuramente personaggi piatti, ma figure multifunzionali e che hanno suscitato empatia e in alcuni casi anche repulsione. Sicuramente entrambi hanno reso la storia interessante ma anche complessa che mi hanno portato a riflettere sulle sfumature della natura umana e sulla relatività del bene e del male.
L' ambientazione l'ho trovata credibile, non molto dettagliata anche se riflette e influenza le emozioni e le azioni dei personaggi. Un'ambientazione inventata ma assolutamente credibile che mi ha trasportato nel mondo creato; inoltre interagisce con i personaggi e la trama, influenza le loro azioni, decisioni e relazioni. Sicuramente è un'ambientazione cupa ed ha un significato simbolico, rappresentando i temi più ampi.
La vicenda si svolge in epoca reale e moderna e l'arco temporale corrisponde a diversi giorni e procede con alternanza di piani temporali (con il presente ma con flashback tramite anche il racconto del diario del secondo personaggio) e la scelta degli eventi raccontati hanno influito sul ritmo della narrazione, creando momenti di grande intensità .
L' autore ha iniziato la storia con un evento e un personaggio chiave che si svolge nel presente, utilizzando poi "il diario di Adam" per raccontare, attraverso la sua scritto, come quel momento è stato preceduto da un evento passato ce ha portato alla situazione attuale, mantenendomi costantemente coinvolta e curiosa.
In questo testo il narratore ha assunto diverse forme: nella prima parte abbiamo un narratore esterno in terza persona con una focalizzazione interna, dove si concentra il punto di vista di Achille Centanni; mentre nella seconda parte abbiamo un narratore interno in prima persona, infatti è Adam a raccontare tramite il suo diario e questo porta ad una narrazione attraverso il suo punto di vista creando empatia e coinvolgimento maggiore in me lettrice senza assolutamente annoiarmi.
Il linguaggio utilizzato è semplice e diretto, vicino al parlato, realistico e colloquiale che si avvicina alla lingua quotidiana. Predominano le sequenze narrative, riflessive e di conseguenza abbiamo un'alternanza di ritmi narrativi più lenti e altri più veloci e varia quindi a seconda della scena e della situazione ed hanno contribuito a creare coinvolgimento e a fare forma alla narrazione sfruttando la suspense e il colpo di scena mantenendo la mia attenzione alta.
Fra i temi più importanti del romanzo troviamo la rabbia verso l'ingiusto, la paura della morte, i sensi di colpa, le fragilità dell'essere umano, il timore del domani, cosa è giusto e cosa è sbagliato. Il libro si focalizza sul punto di vista che ogni cosa, anche la più banale, cambia radicalmente a seconda del punto di vista del quale la si osserva. Il Diario di Adam è avere il coraggio di cambiare; molte persone non sono soddisfatte della vita che si sono costruiti e molti vorrebbero rivoluzionare il proprio vivere, ma è molto difficile perchè ha paura di perdere quello che ha, perchè mettersi in gioco spaventa sempre. Ma se ci si rende conto che tutte le nostre certezze possono essere distrutte da un momento all'altro, allora cambia tutto e quando la realtà finisce, le priorità cambiano.
. La storia contenuta è davvero molto interessante e trovo che lo scrittore abbia uno stile semplice ma ben curato e d'impatto forte ed emotivo.
. Opera scritta abbastanza bene con un piccole errore ma nulla di particolarmente disturbante e grave.
. Non ho riscontrato discorsi bizzarri o concetti e pensieri strani e quindi nessuna stravaganza senza senso che abbia tradito o scombussolato il filo conduttore o la coerenza fra i piani narrativi, perciò è ottima la logicità nella conduzione della storia.
. Vi è una giusta e buona caratterizzazione dei personaggi che ho trovato dinamici nel corso della storia, il protagonista presenta caratteristiche ben precise che hanno dato vita ad una figura concreta e non lo ha per niente confuso con gli altri personaggi della storia, che ho trovato chiari, precisi e concordanti con il testo.
. I dialoghi li ho trovati abbastanza convincenti, credibili in relazione al contesto e che hanno suscitato emozioni più o meno intense, quindi abbastanza efficaci.
. Una storia sicuramente originale, che non racconto vicende scontate e lo fa in modo efficace, con uno stile altrettanto originale, descrittivo in quanto ha saputo creare immagini vivide in me lettrice, narrativo, creativo attraverso una massima espressione personale dell'autore.
. Non ci sono stereotipi largamente e banalmente condivisi.
. La storia ha generato in me curiosità , interesse e mi ha rapito abbastanza, avevo sempre voglia di proseguire la lettura provando empatia, immedesimandomi e condividendo le emozioni, i dolori e le paure e questo significa molto per considerare questo libro coinvolgente e che ha saputo raccontare ed emozionare il mio cuore e la mia mente.
. Sicuramente c'è l'effetto sorpresa anche se non mi ha sconvolto più di tanto perchè qualcosa ho intuito nel corso dell'ultima parte della storia; in ogni caso mi ha emozionato.
. Mi ha sicuramente lasciato il segno a lettura ultimata; non avrò voglia di rileggerlo in futuro, ma resterà in ogni caso, un ottimo libro che conserverò nella mia personale libreria di casa e di cui resterà sempre il ricordo e che mi ha coinvolto avendo bisogno di qualche giorno per assorbire e staccarmi completamente dalla storia e dai personaggi.
⭐⭐⭐⭐ +
Un libro che mi è piaciuto, ho fatto un po' fatica ad entrare completamente nella storia, ma proseguendo con le pagine mi sono trovata dentro ad essa e ho "visto" tutto. Una storia che ho trovato interessante, per niente noiosa o pesante ma stimolante e coinvolgente; di lettura abbastanza facile, scorrevole ma molto toccante e che mi ha fatto riflettere. Mi ha accompagnato, per tutta la lettura, un senso di tristezza ma mi ha coinvolto percependo e sentendo tutto il dolore e la sofferenza in queste pagine e che traspare attraverso la penna dell'autore.
E' il primo libro che leggo di Jacopo Montrasi ed è stata una piacevolissima scoperta e sicuramente leggerò altro scritto da lui. Ringrazio di cuore la sua dolcissima mamma per avermi regalato questo libro insieme ad un altro che conto di leggere quanto prima. Mi piace il suo modo di scrivere, ha saputo emozionarmi e coinvolgermi attraverso la sua penna.
"Vivere con la morte cambia la tua idea di vita" trovo sia la frase, per me, che rappresenta meglio tutto il libro!
Mentre la mia citazione preferita, tra le tante che ho evidenziato, è:
"Le emozioni sono il sangue che scorre nelle vene della vita".
Bene amici, anche questa recensione del libro IL DIARIO DI ADAM scritto da JACOPO MONTRASI finisce qui. E voi, lo avete letto? Cosa ne pensate? Lo vorreste leggere? Aspetto i vostri commenti!
Vi mando un bacione e alla prossima!
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