lunedì 2 dicembre 2024

I ROMANZI CORTESI DI CHRETIEN DE TROYES – RECENSIONE LIBRO 📖

 

Ciao a tutti,

Benvenuti su Dany’s Hobbies.

Una lettura che mi ha intrattenuta per parecchio tempo che considero impegnativa, un po’ pesante e poco coinvolgente ma, che sono contentissima di aver letto come arricchimento personale e per scoprire qualcosa di più interessante nei confronti del personaggio di Re Artù. Queste le caratteristiche che ho rilevato per parere personale finendo di leggere questo libro che fa parte del mio Percorso Letteratura Francese e di cui vi porto quest’oggi la mia personale recensione. Curiose di scoprire se questo libro vi può interessare oppure se lo avete letto, condividere o meno i miei pensieri? Allora continuate a leggere la recensione!

 



Oggi vi parlo del libro che mi ha accompagnata in questi mesi e che ho terminato nel mese di novembre e il testo in questione è I ROMANZI CORTESI di Chrétien De Troyes, un classico senza tempo che personalmente non conoscevo.

 

Titolo: I Romanzi Cortesi

Autore: Chrétien De Troyes

Casa Editrice: Mondadori Libri

Traduttore: a cura di Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini.

Data Pubblicazione: 25 gennaio 2017

Pagine: 620

Genere: Classico

Percorso: Letteratura Francese

Valutazione: ★★★

 


Chrétien De Troyes è il più grande poeta medievale prima di Dante.

Quando cominciò a scrivere, verso il 1160, la letteratura francese attraversava un periodo di rinascita: già da una quindicina di anni fioriva il genere del romanzo, che rispecchiava sia il mutamento sociale sopravvenuto nella classe nobiliare, sia il nuovo modo di intendere il ruolo della donna, sia anche un complesso di amalgama di eleganza, raffinatezza e psicologia dell’amore riassunto nei termini “cortese” e “cortesia”.

Vi era anche in lingua d’oil, l’ideologia dell’amore, secondo cui ogni eroe “deve” amare e dedicare ogni proprio intento a una dama.

Il cavaliere conserverà tutte le qualità dell’eroe epico; sarà bello, prode, elegante, raffinato, generoso, e l’amore segreto che nutrirà per la dama prescelta lo renderà cavaliere perfetto, “cortese” appunto.

Tra le sue mani, il romanzo arturiano divenne una forma superiore di narrativa cortese, un’incarnazione originalissima in cui il poeta fuse i propri concetti etici con l’imitazione dei poeti latini.

Il poeta non poteva non riconoscere in sé stesso il modo affatto nuovo con il quale delineava i personaggi e sviluppava i rapporti che si svolgevano tra di essi.


 



 

L’antologia che ho tra le mani è composta da cinque libri:

1)      EREC E ENIDE: un “racconto di avventura” ossia una serie di incidenti non collegati nei quali i personaggi sono coinvolti senza motivazioni adeguate.

Erec è un cavaliere bello, cortese, valoroso e sicuro di sé, giovane ma giù maturo nella valutazione dei pericoli e nella condotta della battaglia.

Enide è la sua perfetta controparte femminile: di una bellezza senza pari, di nobile famiglia impoverita, ha il pudore della giovinetta ben allevata e conosce il giusto peso da dare alla fortuna. Si sottomette subito a ogni capriccio di Erec, ma è difficile dire se per Enide sia davvero sottomissione, o invece, non vi sia nel suo piegarsi al desiderio del futuro marito una grande sicurezza, del proprio valore.

Il felice incontro dei due giovani prende a trasformarsi in amore e si genera il dramma che permetterà alla loro unione di maturare e di divenire responsabile.

Questo è l’unico romanzo del poeta in cui al nome dell’eroe è affiancato nel titolo quello della sua dama, con pari dignità e diritto.

2)      CLIGES: L’uso del monologo come mezzo di introspezione e il ricorso ad alcune metafore riferite su un piano psicologico.

Su tutta l’opera incombe il ricordo della leggenda di Tristano.

In questo romanzo la situazione – una giovane donna sposata a un uomo più anziano ma innamorata di un cavaliere più giovane e libero da ogni legame, che la ama a sua volta ed è pronto a ogni servizio d’amore- è premessa ideale per i canoni dell’amore cortese, ma Chrétien intende servirsene per rendere ancora più esplicita l’opposizione allo spirito della leggenda tristaniana.

3)      IVANO O IL CAVALIERE DEL LEONE: Ritorna Chrétien con piena indipendenza al tema prediletto dell’amore che trova la sua più vera realizzazione all’interno del vincolo coniugale, conciliandosi allo stesso tempo con gli ideali più alti della cavalleria.

Ivano ha già più di un requisito del vero cavaliere; eppure, rappresenta un modello ancora incompleto poiché lo vediamo agire solo preoccupato di sé stesso e della propria gloria.

4)      LANCILLOTTO: Ben lontani dalla serietà con cui il poeta trattava la psicologia dei personaggi nei romanzi precedenti.

In Lancillotto non sembrano tanto importanti le fonti, quanto l’atmosfera nella quale il poeta ha immerso la narrazione. Un’atmosfera irreale, che fa apparire questo romanzo una “visione” vaga e sfumata in cui personaggi e scene sono librati nell’estasi e nel sogno.

Gli episodi si snodano senza contorni precisi, e se ci appare che l’ironia sia il filo conduttore di tutta l’opera, pure non si riesce a sottrarci alla malia di questo amore estatico che Chrétien condannava, ma che sapeva dipingere con conturbante adesione.

5)      PERCEVAL: Non proprio un romanzo didattico, vi è esposto, in mezzo alla finzione romanzesca, le tappe da percorrere, i precetti da seguire, le qualità da possedere per giungere alla perfetta fioritura dell’essere, aspirazione colta e educata della seconda metà del XII secolo.

È praticamente la genesi di un cavaliere.

 




In tutti e quattro i libri di questa raccolta è emerso che il narratore ci mette di fronte a una crisi che investe gli eroi protagonisti, che si consuma tra la loro individualità, il loro “io”, e il mondo, la società, il contesto che li circonda. Questa crisi ha talmente preponderanza che influisce al livello strutturale sull’intera opera con la cosiddetta bipartizione: lo si nota quando si pensa di aver lasciato Erec felice e contento con la nuova sposa, e invece lo si ritrova nella seconda parte dell’opera dover fare i conti con l’accusa di viltà per aver trascurato i propri doveri di cavaliere; dovrà dimostrare di cosa è capace, ma allo stesso tempo dovrà capire dove ha sbagliato e diventare quindi un perfetto cavaliere, e perciò affronterà un percorso di maturazione insieme alla moglie Enide.

Una cosa simile avviene per Ivano e la sua follia, una crisi che dà inizio alla seconda parte dell’opera. Nell’ideologia di Chrétien la crisi scaturisce dalla mancanza di equilibrio tra le due componenti necessarie per un cavaliere, ovvero l’esperienza d’amore e l’osservanza dei doveri cavallereschi, strettamente intrecciate tra loro e nessuna delle due deve prevalere sull’altra.

Sicuramente la lettura di questi testi può così rivelarsi un’affascinante esperienza ed è una ricchezza averlo letto, soprattutto in età adulta, perché ha approfondito ciò che ho “studiato” per diletto, nella parte del medioevo della letteratura francese e mi ha permesso di capire una parte delle antiche origini del romanzo.

Il linguaggio è ricco, elevato, non sempre facile, di registro alto dove predominano le sequenze narrative, con ampio spazio a quelle dialogiche che hanno costruito un ritmo narrativo piuttosto lento e a volte un po’ pesante ma sicuramente interessante e necessario.

Dal punto di vista oggettivo è un buonissimo contenuto, tenendo conto dell’epoca in cui è stato composto e lo stile è sicuramente particolarissimo e unico nel suo genere, una narrativa epica scritta benissimo, con qualche piccolo refuso, qualche piccola stravaganza ma che non ha dato fastidio, anzi, secondo me ha in un certo qual modo arricchito il romanzo e l’esperienza di lettura.

Il libro mi è piaciuto? Diciamo molto sinceramente che non mi ha fatto impazzire e sono più gli aspetti negativi, per quanto riguarda la mia esperienza di lettura, che gli aspetti positivi.

Ma partiamo da cosa mi è piaciuto: innanzitutto ho trovato la narrazione tenuta bene ed è sicuramente un’opera importantissima e alquanto originale dal punto di vista della letteratura francese, anche se la storia prende spunto e mette in “esame” alcuni cavalieri di Re Artù che abbiamo incontrato ( e che ho letto) durante lo studio del Medioevo nella letteratura inglese  tramite la lettura del libro, epico anche quello, di “Storia di Re Artù e dei suoi cavalieri” di Thomas Malory ( Qui la recensione) dove al centro di tutto c’era appunto Artù , personaggio che ho alquanto detestato in quella versione ( e nella recensione a lui dedicata spiego il motivo), mentre grazie a questa antologia di Chrétien, ho apprezzato un pochino di più la sua figura.

Sicuramente, come dicevo prima, mi ha arricchito ed è stato importante e anche interessante leggere quest’opera perché mi ha permesso di conoscere un autore francese (non ricordo nemmeno di averlo studiato a scuola… sono passati un po’ di anni) e ho potuto così approfondire una storia che, se non l’avessi trovato studiando letteratura francese, non avrei mai avuto occasione e modo di scoprire e questo mi piace molto. Inoltre, alcuni punti li ho trovati interessanti e sicuramente l’ho trovato molto istruttivo, ho imparato tante parole nuove che andranno ad arricchire il mio vocabolario italiano.

Cosa invece, non mi ha fatto amare quest’opera? Il fatto che non ero completamente dentro alle vicende; si ho partecipato attivamente alla lettura, come sempre con le mie sottolineature, note, segnapagina e quant’altro ma non ho vissuto a 360° tutto ciò che veniva narrato, portandomi molto spesso ad estraniarmi e dover tornare indietro con la lettura delle pagine perché mi ero “persa”.

Secondo punto che non mi ha fatto amare completamente questo libro è la lettura che non è stata sempre facile, molte volte mi sono bloccata e ho trascinato questo libro per parecchi mesi appunto per il fatto che ero annoiata in molte parti e ho fatto davvero fatica ad arrivare fino alla fine e ho dovuto alternarlo ad altri romanzi “leggeri” e meno impegnativi per non farmi entrare nel blocco del lettore, sfiorato in molti momenti in fase della lettura di questo libro.

Non ho trovato personaggi che mi abbiano colpito sia in modo positivo sia in modo negativo, e non erano dettagliatamente descritti e ho fatto confusione in molti punti della narrazione a distinguere i numerosi personaggi all’interno delle storie e nessuno di loro mi ha appassionato e coinvolto e nemmeno ho empatizzato con nessuno di loro e questa è una cosa che non mi fa apprezzare in modo completo la lettura. Per me deve esserci sempre un personaggio o più di uno che mi coinvolga nella sua storia e qui, purtroppo, non è successo. Anche i dialoghi presenti non mi hanno trasmesso emozioni e non li ho trovati particolarmente efficaci per me.

Nessun effetto sorpresa alla fine di nessun libro dell’antologia, niente di inaspettato ha stravolto completamente l’opinione che già mi ero fatta dell’opera stessa e nulla è intervenuto ad emozionarmi e a farmi cambiare idea sul mio giudizio finale.

Non mi ha lasciato alcun segno a lettura ultimata, non è tra i miei romanzi preferiti ma non me ne libererò mai proprio per il fatto che mi ha arricchito tantissimo nello studio della letteratura francese e sono in ogni caso, contentissima di averlo letto e di essere riuscita ad arrivare alla fine senza arrendermi.

Lo consiglio? Sicuramente a chi come me ama approfondire e studiare per semplice piacere personale, oppure “è costretto” dalla scuola, la letteratura francese e affrontatelo dopo aver letto il romanzo inglese dedicato alle gesta di Re Artù e dei suoi cavalieri, per aggiungere un qualcosa in più al personaggio di Artù e non solo. Questo è il mio piccolo consiglio.

 




Concludendo un libro che non mi ha coinvolto particolarmente, anche se sono felice di averlo letto come arricchimento personale riguardo alla letteratura francese. Un libro che sicuramente non vorrò leggere in futuro ma, che conserverò lo stesso in libreria nella sezione dedicata ai libri letti di letteratura francese.




Anche questa recensione della mia ultima lettura I ROMANZI CORTESI di Chrétien De Troyes finisce qui. Chi di voi lo ha letto? Cosa ne pensate? Siete d’accordo con me e con le mie riflessioni? Vi piace la letteratura francese? Fatemelo sapere nei commenti.

Vi mando un bacione e alla prossima!





 

 

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