lunedì 19 agosto 2024

STORIA DI RE ARTU' E DEI SUOI CAVALIERI DI THOMAS MALORY - RECENSIONE LIBRO - PERCORSO LETTERATURA INGLESE 📑

Buongiorno Stelline,
Come state? Io bene ora! Quanto mi è mancato scrivere sul mio blog e finalmente torno, spero in modo costante se la vita me lo permette, a parlarvi delle mie passioni, prima in assoluto la lettura e l'articolo di ritorno non può che essere la recensione di un libro che fa parte del mio personale Percorso di Letteratura Inglese e ho terminato il terzo libro che volevo leggere e di cui ho trovato la menzione del libro di testo su cui sto "studiando" per diletto e per mia personale conoscenza e approfondimento della letteratura, in questo caso di quella inglese.





Il libro di cui vi parlo oggi l'ho letto in questi ultimi mesi e terminato a luglio e sono qui a parlarvene oggi, si tratta del libro STORIA DI RE ARTU' E DEI SUOI CAVALIERI dello scrittore THOMAS MALORY.


Titolo: Storia di re Artù e dei suoi cavalieri

Casa Editrice: Mondadori Libri Spa

Edizione: Oscar Classici

Pagine: 907

Genere: Classico

Tipo: Cartaceo in copertina flessibile

Serie/Saga: Autoconclusivo

Percorso: Letteratura inglese

Valutazione: ★★★





"Afferrò l'impugnatura della spada e la estrasse con uno strappo deciso, ma senza sforzo."

Al tempo della Guerra delle Due Rose, ser Thomas Malory, riandando con la memoria al regno di un mitico sovrano e all'epoca ormai lontana dei grandi ideali cavallereschi, scriveva in carcere Storia di Re Artù e dei suoi cavalieri, otto romanzi tratti dal più celebre ciclo di leggende medievali. 
Rivivono così la mitica spada Excalibur infitta nella roccia, gli incantesimi di Merlino e di Morgana la Fata, gli amori di Lancilotto e Ginevra e di Tristano e Isotta, la ricerca del Sangrail. Vicende di onore e passione, scontri feroci e incantesimi potenti, lotte e ricerche infinite per la conquista del potere, della gloria, dell'amore. Il fascino delle antiche saghe si unisce con il ritmo rapinoso e la prosa tersa del primo romanzo moderno d'avventura.





Storia di Re Artù e dei suoi cavalieri è un libro che ho letto, come vi dicevo all'inizio, durante il mio percorso di "studio" della Letteratura Inglese e sono davvero contenta di aver intrapreso la lettura di questo bel mattone e approfondire la storia di un personaggio che conoscevo sommariamente tramite cartoni animati e "per sentito dire".

Di vera e propria prosa d'arte, in ambito romanzesco, si può parlare, a sugellare il medioevo, soltanto in relazione a Thomas Malory. In questo scenario, l'opera acquista un fascino fatto anche di ambiguità e involontaria ironia.
La versione maloriana della leggenda di Artù è quella che si è fissata più a fondo nell'immaginario popolare, e non solo in quello anglosassone; la ricezione del tema arturiano nel romanticismo europeo ne è stata largamente condizionata, e di conseguenza anche quella dei moderni.

La figura di Artù che sembra affrontare le proprie radici nella realtà storica di un condottiero britanno alla fine del V secolo, che avrebbe contrastato con successo l'avanzata degli invasori sassoni nella natia Inghilterra. Divenne nella tradizione re di un vastissimo regno che si estendeva dalla Grande alla Piccola Bretagna e, dopo una fulgida e lunghissima vita trascorsa tra conquiste e saggia amministrazione della giustizia circondato dal "fiore della cavalleria", ferito a morte come nelle grandi tragedie di tutti i tempi da un figlio incestuoso, scompare dalla vista degli uomini e si ritira su un'isola incantata da cui un giorno tornerà per riporsi a capo del popolo che non avrà mai cessato di attenderlo.

Il tema del libro di Malory, di gran lunga più importante nei romanzi cavallereschi, è l'amore, che è quasi sempre extraconiugale: come la famosissima storia d'amore di Lancilotto e Ginevra, moglie dello stesso re Artù; o come l'amore tra Tristano e Isotta, moglie di re Marco. Per comprendere questa situazione particolare, dobbiamo ricordare il matrimonio, nella società feudale, era prima di ogni altra cosa un'istituzione il cui scopo era di tutelare il patrimonio familiare, seguendo esigenze politiche e sociali e i sentimenti non erano rilevanti. L'amore era rappresentato come profonda intesa intellettuale e spirituale e per questo la sua forza è irresistibile. L'altro grande tema del romanzo è l'avventura vissuta dai cavalieri verso l'ignoto e il mistero, prima di tutto per dimostrare il loro valore.





La corte di re Artù è il luogo della gioia e dell'armonia, un luogo ideale: l'immagine perfetta della vita cortese; invece il mondo fuori è "nemico", una vera e propria minaccia per lo stesso Artù e per i suoi cavalieri.

"E' preferibile uccidere un vile piuttosto che, a causa di un codardo, perdere tutti la vita."

I valorosi uomini della corte di Artù sono chiamati a combattere contro forze occulte, demoniache e devono rompere incantesimi. Per questo proprio l'avventura è il modo che ha il cavaliere di dimostrare il suo coraggio, per essere accettato tra i favoriti del re e potersi sedere alla Tavola Rotonda.

In questo libro appaiono testimonianze di cavalleria e di cortesia, di umanità, di benevolenza, di valore, di amore e di amicizia, come anche di viltà, di omicidio e di odio, in sostanza di virtù e di peccato. 

"Seguite il bene e lasciate il male, e avrete fama e rinomanza."

Si dà maggiore peso al genere avventuroso, l'amore passa in secondo piano: i duelli e le straordinarie imprese dei cavalieri sono il punto focale dell'opera di Malory, per esaltare pienamente la capacità fisica degli stessi. Una trama semplice e lineare, seguendo un ordine cronologico, Malory descrive la cavalleria del XV secolo, i suoi personaggi hanno connotazioni più inglesi, gli atteggiamenti, le usanze sono quelli noti all'autore per esperienza diretta.

"Quando un cavaliere si comporta tanto bene non è cortese privarlo dell'onore, soprattutto se è già molto stanco."

La storia narrata è oggettivamente interessante, ben articolata e argomentata se si pensa allo stile dell'epoca in cui è stata scritta, e sicuramente si rileva una bravura stilistica che non lascia spazio a alcuna interpretazione. Quindi in questo libro abbiamo sicuramente un bel contenuto ed uno stile particolare e ben curato.
Durante la lettura non ho riscontrato errori particolari, nessun refuso e le norme della grammatica sono state rispettate e non ho trovato errori di ortografia o di sintassi. Opera sicuramente scritta benissimo.
Sinceramente ho riscontrato stravaganze senza senso, secondo il mio punto di vista, come certi comportamenti di alcuni personaggi e certe vicende narrate mi hanno un po' confuso e non sono riuscita ad apprezzare alcuni pensieri e "ricatti", ma soprattutto non ho amato il fatto che ogni piccola scusa era buona per scatenare un combattimento e questo mi ha un po' fatto storcere il naso e me li hanno fatto considerare un po' bizzarri e privi di senso personalmente alcuni passaggi li ho trovati poco logici nella conduzione della storia (anche se all'epoca penso sia stato un evoluzione nel raccontare le gesta di cavalieri cui scopo era difendere l'onore).
I personaggi stessi delle varie vicende mi sono sembrati non ben caratterizzati, non ho riscontrato figure concrete e spesso e volentieri ero confusa durante la lettura, non riuscivo a riconoscere chi fossero e soprattutto cosa cercassero in effetti. Il quadro psicologico degli stessi non l'ho trovato estremamente chiaro, ma un po' superficiale, poco preciso ma sicuramente concordante con il modo di narrare dell'epoca, ma che personalmente non ha entusiasmato più di tanto e soprattutto non mi ha fatto entrare in empatia o in connessione con nessuno di essi, non trovando quindi un personaggio da amare oppure uno da odiare, sono rimasta piuttosto indifferente ad essi e nessuno di loro mi ha fatto battere il cuore e mi ha fatto sentire parte della storia.
Anche i dialoghi presenti non mi hanno entusiasmato più di tanto, non li ho trovati particolarmente convincenti e alcuni mi sono sembrati piuttosto banali e superficiali e non mi hanno emozionato più di tanto.
Sicuramente è una storia originale e le vicende non sono scontate, non vi sono stereotipi in quanto essendo un romanzo molto antico, per l'epoca Malory è stato uno dei primi a raccontare vicende cavalleresche e quindi non stona nel mondo della letteratura anche se personalmente non ho trovato la storia coinvolgente, non mi ha rapito al punto da indurmi a subordinare ogni altra mia lettura in corso perchè curiosa di sapere come sarebbe continuata la storia, non ho trovato immedesimazione, non ho provato alcun sentimento particolare nei confronti dei personaggi e nemmeno delle varie vicende narrate e non ho avuto alcuna sorpresa che ha sconvolto i piani o che abbia reso entusiasmate la lettura stessa e di conseguenza la fine; se devo essere sincera, sono rimasta un pochino delusa nei confronti di Artù, che l'ho sempre idealizzato, ho sempre immaginato fosse furbo ma leggendo le vicende spesso mi ripetevo "ma questo è proprio scemo", l'ho tradiscono sotto gli occhi e lui non si accorge di niente. Non è un romanzo che ho trovato tanto scorrevole, il ritmo l'ho trovato piuttosto lento e troppo superficiale in molti punti,anche se il lessico l'ho trovato abbastanza chiaro, non particolarmente complicato ma non è sicuramente un libro che ho dovuto smaltire una volta arrivata all'ultima riga, non ho avuto bisogno di qualche giorno per staccarmi dalla storia, anzi, ero veramente felice di averlo finalmente finito e se non mi fossi prefissata di leggerlo per completare il ciclo dei libri di quel periodo storico della letteratura inglese, l'avrei abbandonato prima, quindi non è un libro che mi ha lasciato il segno a lettura conclusa. E' comunque un libro classico che ha comunque arricchito la mia sete di conoscenza e di approfondimento di un personaggio che ho sempre idealizzato in tutta la mia vita. 

Thomas Malory era stato eletto al Parlamento, ebbe una vita movimentata, tra denunce per violenza e rapina e fughe rocambolesche dal carcere. Terminata nel 1469 e pubblicata nel 1485, la sua opera ispirò tutte le successive riletture del mito arturiano.

Concludendo il libro non mi ha fatto impazzire, ma lo trovo comunque una buona lettura e soprattutto arricchente e in ogni caso interessante seppur non particolarmente coinvolgente ma un tassello importante per comprendere e approfondire la letteratura anglosassone e sicuramente lo consiglio a chi ama i classici della letteratura e chi vuole approfondire il personaggio famosissimo di re Artù.

Una Mediocre Lettura!



















Grazie per essere arrivate fino a qui e aver letto la mia personale opinione su Storia di re Artù e dei suoi cavalieri di Thomas Malory. Fatemi sapere se lo avete letto e cosa ne pensate!
Vi mando un bacione e alla prossima!




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