Buongiorno Stelline ✰,
oggi per LA BIBLIOTECA DI DANY vi porto la recensione di un libro che ho letto nel mese di agosto e che fa parte del mio personale percorso “I FINALISTI DEL PREMIO STREGA 2024”, infatti, ho intenzione di leggere tutti e sei i libri arrivati in finale.
Il primo libro che ho letto è stato anche il vincitore del premio e si tratta di L’ETA’ FRAGILE di Donatella Di Pietrantonio.
Titolo: L’Età Fragile
Autrice: Donatella di Pietrantonio
Casa Editrice: Giulio Einaudi Editore
Data Pubblicazione: 28 novembre 2023
Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine: 192
Serie/Saga: Autoconclusivo
Percorso: I Sei Finalisti Premio Strega 2024
Valutazione: ★★★★
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Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi.
Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente di Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile.
A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono.
Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite.
Lucia è la protagonista della storia, colei che la racconta in prima persona, è la madre di Amanda, che si è trasferita a Milano per inseguire il suo sogno e che sta studiando per realizzarlo. Siamo nel periodo pandemico del Covid e Amanda riesce a tornare nel paesino vicino a Pescara dove è cresciuta. Porta tutto con sé, come se fosse un ritorno definitivo, ma è profondamente cambiata e Lucia cerca di capire cosa le sia successo, cosa si nasconde dietro al suo mutismo, a quel chiudersi sempre di più in sé stessa ed ella intuisce che qualcosa è accaduto a sua figlia ma non riesce a capirne il motivo e sente solo che qualcosa di terribile è successo ad Amanda, diventata ormai taciturna, che passa le giornate chiusa in camera senza parlare con nessuno e nemmeno risponde al telefono.
“Con il presentimento che
in quel ritorno ci fosse qualcosa di oscuro e definitivo”
Questo è il presente ma si aggiunge ad esso anche il ricordo del passato: sotto a quel Dente di Lupo, nel terreno che appartiene alla sua famiglia che un tempo ospitava un grande campeggio, tanti anni fa è successo qualcosa di terribile, qualcosa che non può assolutamente essere dimenticato anche se si prova a sotterrarlo nella mente ma ad un certo punto ritorna prepotentemente. Erano gli anni della giovinezza di Lucia, la sua amicizia con una ragazzina di nome Doralice e all'evento che ha traumatizzato tutti e ha segnato definitivamente l’amicizia delle due ragazze. Tra presente e passato riviviamo, attraverso il racconto di Lucia, quello che è stato, dalla scomparsa di due ragazze, Tania e Virginia, al delitto e alle udienze con la sopravvissuta.
OMBRE del passato e FERITE che sanguinano ancora, il ricordo di un delitto che ricorda un fatto terribile che è accaduto nella realtà, ossia il delitto del Circeo, a cui l’autrice prende spunto e costruisce una storia che vi ispira per molti aspetti.
L’età fragile racconta silenzi, traumi, violenze e pezzi di vita strappati via senza possibilità di dimenticare. È possibile forse, affrontare i ricordi terribili parlandone, ma qui il dialogo manca sotto ogni aspetto, manca soprattutto tra madre e figlia, non si parlano, non si affrontano, non si raccontano ma rimangono ognuna chiusa nel proprio dolore e nel proprio ricordo, fatto di segreti, problemi e tanta sofferenza. Passato e presente che si intrecciano, ad entrambe fa paura ricordare e nessuna delle due lo racconta all’altra ed entrambe ignorano la terribile voragine che hanno nel cuore, lo strazio e il dramma che hanno subito. L’autrice vuole farci capire quanto sia importante il dialogo come arma di difesa e di salvezza, ed è urgente farlo, prima che l’indifferenza e l’incomunicabilità, i veri mali della nostra epoca, ci dividano definitivamente senza la possibilità di aprirsi e liberarsi dal tormento e dal dolore.
“Restituisco silenzio a
silenzio”
In questo libro l’autrice indaga con delicatezza e coraggio allo stesso tempo, sulla complessità e la difficoltà nei rapporti familiari, nell'amicizia, nei legami con i luoghi in cui si è cresciute. La mancanza di dialogo e il potere che ha il silenzio nella vita di ognuno di noi, quando si smette di dialogare, quando si omette ciò che ci tormenta, condizionando così ogni relazione e che crea inevitabilmente delle voragini che a lungo andare non si potranno più colmare. La difficoltà di comunicare, di aprirsi a chi ci sta accanto, la difficoltà di superare traumi si traduce tutto in paura di esporsi, di riaprire ferite che non si sa dove porteranno. Un senso di nostalgia prende il sopravvento, nutrendosi di sensi di colpa, di paure, portando il rimpianto ad ingigantirsi sempre di più portandoci ad essere sempre più fragili. Lucia e Amanda sono entrambe molto fragili, due mondi che non comunicano, che non elaborano insieme il dolore e continuano a morire dentro e rovinare sempre di più con il silenzio il loro rapporto.
“Come sono lontani a volte
i pensieri dei figli da ciò che crediamo. Quella falsa sintonia con loro è solo
un ricordo di quando erano bambini.”
Come dicevo all'inizio in L’Età fragile il narratore è interno, scritto in prima persona ed è la stessa Lucia a raccontare la storia e quindi abbiamo un narratore protagonista e con una focalizzazione interna. Narratore e personaggio coincidono, io lettrice quindi, ho una conoscenza dei fatti limitata alla diretta esperienza di Lucia, ogni evento è filtrato attraverso il suo giudizio, i suoi occhi, i suoi pensieri etc…
Il linguaggio è essenziale, conciso, asciutto, chiaro; di registro quotidiano e vi sono sequenze narrative, riflessive e dialogiche che rendono il ritmo narrativo piuttosto rapido e le parole e i pensieri della protagonista e degli altri personaggi sono riportati mediante il discorso diretto ma anche utilizzando una sorta di monologo interiore della stessa Lucia.
La storia è interessante, e si rileva una bravura stilistica che mi ha colpito molto, una voce che accompagna i personaggi e me lettrice in un rispecchiamento e riflessione che arricchisce tantissimo, un’innegabile maturità narrativa che intreccia realtà e finzione per portarci a riflettere sulla direzione che sta prendendo il nostro essere soprattutto donne. Scritta benissimo, non ho riscontrato refusi o alcun tipo di errore di sintassi o di ortografia, come non ho trovato discorsi bizzarri e nessuna stravaganza, anzi, vi è un’ottima logicità nella conduzione della storia che si alterna al momento presente con molti flashback che ti portano nel passato della stessa protagonista e al terribile avvenimento che ha segnato indelebilmente la sua vita. Sia Lucia che gli altri personaggi della storia presentano caratteristiche ben precise che danno vita a figure concrete, reali che non mi hanno indotto ad alcuna confusione. I dialoghi li ho trovati convincenti, l’interlocuzione mai banale o superficiale e la storia è assolutamente originale, senza stereotipi largamente e banalmente condivisi e non ha suscitato solo curiosità e interesse nella storia, ma, avevo sempre voglia di andare avanti con la lettura per capire la sua evoluzione e il rapporto tra madre e figlia come si sarebbe risolto. Non ho trovato immedesimazione e poca condivisione, non ho avuto personaggio preferito oppure odiato, semplicemente ho empatizzato con loro e mi hanno coinvolto nella storia portandomi però a non avere un’impennata nell'entusiasmo durante la lettura e principalmente nella fase finale della storia, ho seguito tutto con interesse, emozione ma la mia emozione è rimasta stabile per tutta la durata della lettura. L’autrice ha saputo rendere con le parole delle immagini che si sono create automaticamente nella mia mente, mentre leggevo, ho vissuto e visto tutto attraverso gli occhi e i ricordi di Lucia, ma non mi sono sentita completamente immersa nella sua storia.
L’ Età Fragile è un libro che mi è piaciuto, mi ha emozionato, abbastanza coinvolto, non l’ho trovato noioso, ma piuttosto stimolante, di lettura facile e che mi ha fatto riflettere molto. Mi sono emozionata, mi sono commossa ma è come se sentissi la mancanza di qualcosa una volta terminata la lettura, forse mi mancava la completa immersione nella storia, cosa che mi fa rendere un libro vivo al cento per cento, e questo non mi è successo con questo romanzo, non mi ha lasciato segni particolari a lettura terminata e non ho avuto bisogno di qualche giorno per staccarmi dalla storia, proprio perché non ero completamente dentro, pur apprezzandola tantissimo e considerandola comunque una buona lettura e un libro che conserverò sicuramente nella mia libreria personale e che consiglio a tutti di leggere.
Donatella Di Pietrantonio non la conoscevo personalmente, non ho mai letto nulla scritto da lei e questo libro è stato il primo che ho letto e devo dire che mi piace il suo modo di scrivere e raccontare la storia, mi ha trasmesso emozioni e quindi non posso che considerarla una bella scoperta e vorrei leggere altri suoi libri e lo farò sicuramente.
Bene stelline, anche questa recensione della mia lettura di agosto, L’Età Fragile di Donatella Di Pietrantonio finisce qui. Chi di voi lo ha già letto? Cosa ne pensate? Vi ho incuriosite e lo leggerete? Fatemi sapere!
Vi mando un bacione e alla prossima!
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