Il Regno di Rame – S.A.
Chakraborty: Un regno il cui destino può essere cambiato per sempre da una
giovane truffatrice arrivata dal Cairo.
Buongiorno
Stelline ^_^
Oggi sul blog la recensione del secondo libro
della saga Daevabad di S.A. Chakraborty
e si tratta del romanzo IL REGNO DI RAME,
secondo della trilogia. L’ho letto in quasi due settimane, vista la mole del
libro e finalmente riesco a dedicare un pochino di tempo alla recensione di
questo romanzo che mi è piaciuto ma con un po’ di lentezza nella concentrazione
e che mi ha entusiasmato meno rispetto al primo della trilogia.
Titolo: Il Regno di Rame
Autore:
S.A. Chakraborty
Serie:
Daevabad
Genere:
Fantasy, Fantasy storico.
Pagine:
641
Editore:
Mondadori Libri
Edizione:
Oscar Vault
Data di Uscita:
02/03/2021
Titolo Originale:
The Kingdom of Copper
Traduzione:
Lia Desotgiu
Prezzo di Copertina:
€ 24,00
La
vita di Nahri è cambiata per sempre nel momento in cui ha accidentalmente
evocato Dara, un misterioso jinn. Fuggita dalla sua casa al Cairo, si è
ritrovata nell'abbagliante corte reale di Daevabad, immersa nelle cupe
conseguenze di una battaglia devastante, e lì ha scoperto di aver bisogno di
tutto il suo istinto truffaldino per sopravvivere. Anche se accetta il suo
ruolo ereditario, sa di essere intrappolata in una gabbia dorata, controllata
da un sovrano che governa dal trono che una volta apparteneva alla sua
famiglia: basterà un passo falso per far condannare la sua tribù. Nel
frattempo, Ali è stato esiliato per aver osato sfidare suo padre. Braccato
dagli assassini, è costretto a fare affidamento sui poteri spaventosi che gli
hanno donato i marid. Così facendo, però, minaccia di portare alla luce un
terribile segreto che la sua famiglia ha tenuto nascosto a lungo. Intanto, nel
desolato nord, si sta sviluppando una minaccia invisibile. È una forza capace
di portare una tempesta di fuoco proprio alle porte della città. Un potere che
richiede l'intervento di un guerriero combattuto tra un feroce dovere cui non
potrà mai sottrarsi e una pace che teme di non meritare mai.
Ho finito qualche giorno fa, il secondo libro
della trilogia DAEVABAD e dopo aver letto il primo La Città di Ottone dove un finale sorprendente e avvincente mi ha
lasciato con la voglia di leggere il secondo, eccomi a scrivere la recensione
di IL REGNO DI RAME di S.A.Chakraborty, che sicuramente ho
amato meno rispetto al precedente romanzo.
Il
Regno di Rame è scritto in terza persona con una
focalizzazione multipla, dove i punti di vista sono dei tre personaggi
principali della storia: Nahri, Ali e Dara; loro ci sveleranno la storia, i
loro sentimenti, i pensieri e tutto ciò che accade nelle loro vite, fortemente
ancora legate anche in questa seconda avventura.
“L’unica cosa che contava
era tornare a Daevabad e salvare Nahri dalla distruzione che lui stesso aveva
provocato”.
Lo stile dell’autrice è ancora una volta
evocativo, vivace con un linguaggio sicuramente complesso, ricco, pieno di
descrizioni, narrazioni e dettagli precisi che portano a un ritmo un po’ lento
nonostante riconosca in questo libro, una storia che continua a essere
originale, interessante e dove non si hanno stravaganze senza senso ma una
storia assolutamente logica nella sua conduzione, dove vi è la presenza di
dialoghi non banali ma convincenti e molto interessanti.
Tanti i temi o i contenuti di spicco all’interno
della storia narrata: soprattutto intrighi perlopiù politici, la convivenza tra
culture diverse, l’uguaglianza, LGBT e tutto circondato da un po’ di magia che
porta l’azione e la sorpresa soprattutto da tre quarti di libro in poi. Nella
prima parte, infatti, ho fatto molta fatica a concentrarmi e solo dalla metà in
poi ho cominciato a immedesimarmi ed emozionarmi fino a un finale che mi ha
sorpreso e mi ha lasciato la voglia e la brama di leggere il terzo e ultimo
libro della serie.
Ma vediamo cosa mi è piaciuto e cosa invece non mi
ha fatto impazzire!
Sicuramente, per me, il punto di forza è
l’ambientazione orientale assolutamente suggestiva, affascinante, magica e
misteriosa. Una storia ben descritta, dettagliata e precisa in tutti i minimi
particolari che mi hanno permesso “di vedere”, “annusare” e “sentire” tutti i
sapori, le tradizioni e gli odori descritti in modo perfetto.
“Era Daevabad. Daevabad
schiacciava tutti quelli che vi abitavano. La città era dominata dalla paura e
dall’odio. Era un luogo in cui tutti erano così impegnati a cercare di
sopravvivere e ad assicurarsi che i loro casi facessero altrettanto, che non
c’era spazio per ricostruire la fiducia.”
Ho amato molto anche il modo di descrivere e
caratterizzare i personaggi, sia quelli principali sia quelli secondari,
evidenziando per ognuno, il quadro psicologico chiaro e preciso che ti fa
distinguere tranquillamente ognuno di loro, facendoteli amare o odiare. Anche in
questo secondo volume ho amato Nahiri e Dara, ho apprezzato di più Ali, ma, la
vera rivelazione è stato Muthadir, che nel primo volume non sopportavo e
odiavo, mentre in questo secondo libro l’ho trovato un bel personaggio,
affascinante e intrigante. Mentre ho continuato a odiare Gassan, il Re, padre
di Ali e Muthadir, sempre cattivo e che ha suscitato in me rabbia, antipatia e
si merita tutto quello che gli accadrà (e mi fermo per togliere la sorpresa a
chi lo deve ancora leggere).
Nonostante abbia trovato la lettura piacevole, non
mi ha catturato completamente, la mia concentrazione ha spesso vacillato e non
sono stata rapita dalla storia tanto da subordinare ogni mio altro interesse o
il sonno, mi sono distratta molto e ho fatto fatica a entrare completamente
nella storia.
Concludendo: un libro sicuramente maturo, complesso, originale e una storia impegnativa seppur scritta in modo impeccabile. Per me non è un capolavoro, non mi ha coinvolto e appassionato completamente e mi è piaciuto meno rispetto al primo; in ogni caso una buonissima lettura e un libro stupendo nella cover e a livello grafico meraviglioso in più un bel finale che mi ha lasciato, anche questa volta, con la voglia di continuare a leggere il terzo e ultimo capitolo della saga.
“Odio l’idea che
scegliere di fare la cosa giusta a Daevabad sembri sempre avere un prezzo
altissimo”
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Bene
Stelline, anche questa recensione del libro IL REGNO DI RAME di S.A.CHAKRABORTY
finisce qui. Cosa ne pensate? Lo avete già letto? Vi piace questa saga? Siete
d’accordo con la mia recensione? Fatemelo sapere con un commento qui sotto!
Vi
mando un bacione e alla prossima!
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