" DIO T'AIUTI VECCHIO: I TUOI PENSIERI HANNO CREATO IN TE UNA CREATURA"
Ciao a tutti,
benvenuti o bentornati nel mio blog! Oggi vi porto IL MIO DIARIO DI LETTURA dell'ultimo libro che ho finito di leggere e che mi sono trascinata per quasi un anno intero, interrompendolo più volte perchè ha rischiato di mandarmi seriamente nel "blocco del lettore" ma non per la storia che ho trovato interessante e avvincente ma per la lunghezza e soprattutto per la minuziosità di certi particolari che ho trovato davvero noiosi e pesanti, ma ne parliamo nella mia recensione. Il libro in questione è un intramontabile, un classico che sono felice di aver letto finalmente e che, in ogni caso, mi ha lasciato qualcosa e sto parlando di Moby Dick di Herman Melville.
Autore: Herman Melville
Titolo: Moby Dick
Casa Editrice: Feltrinelli Editore
Edizione: Universale economica Feltrinelli/Classici
Titolo Originale: Moby Dick
Traduzione: Alessandro Ceni
Pagine: 720
Serie/Saga: Autoconclusivo
Data Pubblicazione: 1 novembre 2013
Data Inizio Lettura: 1 novembre 2024
Data Fine Lettura: 24 ottobre 2025
Tipo: Cartaceo in copertina flessibile
Genere: Classico e Romanzo d'avventura
La materia di cui tratta Moby Dick non è che un'abnorme espansione di un banale antefatto. Un incidente di caccia, Un episodio, dunque, assai frequente all'epoca della narrazione in un mestieri così rischioso come quello della caccia alle balene.
L'incidente consiste in questo: un capitano baleniero, Achab di Nantucket, è mutilato d'una gamba nello scontro con un capodoglio, Moby Dick, noto soprattutto per la caratteristica della bianchezza. Tutto qui. Il fatto non è che una piuttosto prevedibile conseguenza dell'antefatto. Achab, ormai anziano, insegue il cetaceo per farsi vendetta (ne è ossessionato fino alla follia) della mutilazione uccidendolo. Tutto qui.
L'argomento ci viene esposto da un narratore onnisciente e da un certo Ismaele che diventerà testimone oculare.
Moby Dick è un romanzo classico e d'avventura che mescola anche elementi epici, mitici, filosofici e scientifici, e si caratterizza per la sua complessità formale e stilistica.
Sicuramente, come tutti i romanzi classici, è un'opera che continua essere letta e ha la capacità di rimanere attuale nel tempo, offrendo anche spunti di riflessione su temi universali, come il conflitto tra uomo e natura, vendetta e ossessione.
Mantiene la sua rilevanza anche quando il contesto storico è cambiato, inoltre ha lasciato una traccia significativa nel linguaggio, nella cultura e nella società ed è un punto di riferimento per le opere successive.
A livello strutturale, Moby Dick, condivide con tutti i romanzi di questo genere gli elementi fondamentali di personaggi, infatti ci sono figure che vivono la storia, con i loro obiettivi, paure, desideri e in questo caso ossessioni.
Ha la tensione centrale che nuove la narrazione e vi è la sequenza di eventi che hanno guidato me lettrice attraverso la storia. Il luogo e il tempo in cui si svolge la storia creano un'atmosfera specifica e la prospettiva attraverso la quale viene raccontata la storia.
Oggettivamente vi è eccellenza nella forma e ricchezza del contenuto, anche se non l'ho molto amato, sono comunque contenta di averlo letto. Credevo di conoscerlo per sentito dire, ma ora, dopo averlo letto, lo considero nuovo, sicuramente inaspettato e per me inedito.
Moby Dick è anche un romanzo d'avventura poiché si caratterizza per personaggio coraggioso ( oppure incosciente e ossessionato) che affronta pericoli e ostacoli, che si cimenta in un'impresa molto rischiosa ma assolutamente determinato.
L'oceano, sia in tempesta che calmo, crea un'atmosfera di mistero e pericolo.
Il fulcro della narrazione è il viaggio, la spedizione nel cercare e cacciare la Balena Bianca.
Moby Dick può essere interpretato come un'allegoria del conflitto tra uomo e natura, del desiderio di vendetta, ma anche come una riflessione sul destino e sull'ambiguità della vita. La Balena Bianca è un simbolo potente, spesso associata al male, alla natura o al divino.
Sicuramente la parte relativa alla caccia a Moby Dick (che si può riassumere in soli trenta pagine) ha un ritmo incalzante, con colpi di scena che mantengono alta la tensione. Il coraggio, l'ossessione, la vendetta e la scoperta dell'ignoto e della natura sono i temi centrali della vicenda. Anche se è l'ossessione del capitano Achab per la vendetta è uno dei motori narrativi principali.
Il giovane Ismaele, in preda a profonda malinconia, decide di imbarcarsi su una baleniera per sfuggire alla depressione. Prima di salpare dal porto di Nantucket, incontra e stringe amicizia con il ramponiere polinesiano Quiqueg.
Successivamente Ismaele sceglie di salire a bordo del vascello Pequod, dove l'equipaggio è guidato dal misterioso e tormentato capitano Achab, ossessionato dalla vendetta contro la grande e astuta balena bianca che gli ha già strappato una gamba.
"Indeterminata sensazione di pena nei suoi riguardi. Provai per lui compassione e dolore, ma il perché non lo so, a meno che non fosse per la crudele perdita della gamba. E da lui tuttavia mi proveniva anche uno strano sgomento; ma quel genere di sgomento che non riesco proprio a descrivere, non era esattamente sgomento, non so cosa fosse. Ma lo provavo."
La sua ossessione diventa il motore dell'intero viaggio.
Durante il viaggio, il Pequod incontra altre imbarcazioni e ha diversi incontri con altre balene, ma Achab continua a cercare Moby Dick. Dopo aver incontrato altre navi che portano notizie della balena bianca, il vascello la incontro finalmente. Seguono tre giorni di inseguimento che culminano nello scontro finale.
I personaggi dell'opera si caratterizzano per la loro profondità psicologica e simbolica: Achab è il protagonista, un capitano ossessionato dalla vendetta contro la balena bianca che gli strappato una gamba, incarnando la lotta titanica e autodistruttiva dell'uomo contro la natura e il destino. Un uomo anziano, cupo, ossessionato e vendicativo, un personaggio con una dualità, capace di slanci elevati ma anche di profondi abissi di follia.
Sturbuck, il primo ufficiale di Achab e uno dei personaggi principali della storia, un uomo attento, razionale, pacato e pragmatico; rappresenta il razionalismo e la prudenza che si scontrano con la follia del capitano, pur essendo incapace di opporsi a lui e al suo carisma.
Ismaele è cooprotagonista del capitano Achab, anche principalmente il suo ruolo è quello di osservatore, narrando e interpretando gli eventi in modo quasi filosofico. Un personaggio colto che cerca di dare un senso agli eventi attraverso una narrazione ricca di significati simbolici.
Moby Dick è l'antagonista di Achab, la balena bianca, non un personaggio nel senso tradizionale, ma una sorta di personaggio "simbolico". E' enorme e leggendaria, il cui dorso somiglia a una montagna di neve; incarna una vasta gamma di simboli, tra cui il male, il destino ineluttabile, la natura selvaggia e incomprensibile, e la forza inafferrabile del destino. Achab la considera la causa di tutti i suoi mali, ma la balena stessa agisce solo per difendersi.
Ci sono anche personaggi secondari come Fedellah, mistico e "ombra" di Achab, e l'equipaggio del veliero, tra cui il ramponiere Queequeg che rendono la storia ancora più ricca.
Il tempo della storia di Moby Dick si colloca in epoca storica, intorno al 1840-1850, in un' America caratterizzata da un forte spirito di espansione e di conquista della natura. Melville basandosi sulle sue esperienze personali da baleniere, ambienta la narrazione nel contesto della caccia alla balena, un' attività commerciale vitale per l'epoca e ricca di avventura che riflette anche la mentalità americana del "destino manifesto".
I fatti vengono narrati secondo un ordine cronologico e corrispondono a un periodo lungo circa un anno.
La vicenda si svolge nell'ambientazione marittima dell'oceano, lo scenario visto come una vasta e affascinante ma anche terrificante arena dove si svolge la caccia alla balena bianca. Un luogo descritto in modo dettagliato che include l'abisso e il fondo del mare, e si trasforma anche in uno spazio metaforico dell'animo umano, un viaggio interiore verso l'ignoto e l'ossessione.
Il narratore è interno, dove è focalizzata l'esperienza di Ismaele e viene raccontata in prima persona la storia dall'interno, essendo lui un partecipante, ossia un membro dell'equipaggio che vive gli eventi sulla nave e racconta le sue impressioni, paure ed eccitazioni. In alcuni momenti, però, Ismaele assume anche un ruolo esterno, allontanandosi dall'azione, riflettendo e commentando gli eventi da una prospettiva più ampia e filosofica, analizzando temi come la natura, l'allegoria e la psicologia umana, come se fosse un commentatore esterno. Questa doppia prospettiva lo rende un narratore complesso e non strettamente limitato all'esperienza diretta. Vi è quindi una focalizzazione zero attraverso un narratore onnisciente esterno che osserva gli eventi dall'alto e conosce i pensieri e le motivazioni dei personaggi.
I temi trattati nell'opera sono complessi:
- la lotta dell'uomo contro la natura e il destino: la caccia a Moby Dick è una sfida dell'uomo contro le forze della natura, vista sia come minaccia che come una fonte di promessa.
- L'ossessione e la vendetta: Achab è mosso da un'ossessione vendicativa che gli annebbia il cervello e mette a rischio la vita di tutto l'equipaggio.
- La natura ambigua del male e dell'ignoto: Moby Dick non è solo una balena, ma un simbolo di tutto ciò che è ignoto e inafferrabile. Il suo colore bianco può rappresentare sia la purezza che il vuoto, il terrore e la morte.
- La ricerca della conoscenza e dei suoi limiti: il viaggio è anche una metafora della ricerca della conoscenza umana, del suo potenziale e dei suoi limiti. Achab vuole annientare ciò che considera la fonte del male, ma questa ossessione lo porterà, inevitabilmente, alla distruzione.
Lo stile di Melville è complesso, con un lessico specifico e periodi che sono lunghi e aulici, con descrizioni spesso dettagliate, dialoghi aulici e un ritmo che alterna momenti di calma apparente e scene d'azione concitate. Le riflessioni sull'animo umano e sulla natura sono onnipresenti.
Non ero completamente dentro al libro, infatti, ci ho messo un anno per leggerlo, interrompendolo e alternandolo ad altre letture e ho rischiato parecchie volte di cadere nel "blocco del lettore" e ho fatto davvero fatica ad arrivare fino alla fine.
Moby Dick è un romanzo davvero complesso, non sempre scorrevole, non lineare, irregolare, con parti che ho trovato noiose e per nulla interessanti e altre più intense e dinamiche. Non ce la facevo più in quelle pagine piene di digressioni che spaziavano dall'etimologia del nome "balena", a descrizioni dettagliate sulla caccia, che sono le parti che ho odiato di più, l'anatomia e la cultura delle balene e le spiegazioni di ogni singolo elemento del veliero. Non è stata una lettura facile per me e non ce la facevo proprio più e solo la mia cocciutaggine mi ha fatto arrivare fino all'ultima pagina.
Gli aspetti positivi del libro per me, sono state le descrizioni davvero bellissime, suggestive, poetiche ed evocative. La scrittura e i pensieri sono accurati e profondi.
Gli aspetti negativi sono innanzitutto le note a fine libro che mi danno fastidio perchè interrompono di continuo la lettura poiché dovevo sempre cercarle a fondo libro e perdevo "la magia". Altro aspetto negativo sono gli "spiegoni" che mi annoiavano e mi facevano perdere la concentrazione e mi estraniavano spesso dal contesto e ho fatto davvero fatica a superare quelle pagine ricche di spiegazioni su ogni dettaglio della nave e non solo.
Nessun personaggio mi è piaciuto in modo particolare, anche se il capitano Achab mi ha incuriosito e affascinato nella sua ossessione e trasformazione, mi ha colpito molto la sua sete di vendetta e pronto a tutto per arrivare al suo obiettivo, fregandosi di sacrificare il suo equipaggio pur di ottenere la sua vendetta.
Melville è sicuramente un grande scrittore americano del passato e fondamentale per lo studio della letteratura americana e il mio giudizio personale su di lui è contrastante perchè ho amato la sua scrittura in alcune parti del libro, con descrizioni del mare, della natura molto belle e suggestive ma in altre l'ho trovato insopportabile e noioso con gli spiegoni infiniti. Posso dire tranquillamente che la vicenda in sé potrebbe riassumersi in dieci pagine.
L'emozione suscitata per lui è amore e odio, quindi molto contrastante e sicuramente leggerò altri suoi libri, se capiterà l'occasione, e sono in ogni caso contenta di essermi finalmente approcciata a questo grande autore.
Come ho detto in precedenza, la scrittura è davvero complessa e non lineare caratterizzata da troppe e lunghe disgressioni e specifici capitoli che ho trovato terribilmente noiosi.
Ecco quindi la mia valutazione dell'opera:
- Un bel contenuto e uno stile ben curato. La storia è oggettivamente interessante e rivela una bravura stilistica che non lascia spazio ad alcuna interpretazione.
- Opera scritta bene. Le norme della grammatica sono rispettate con qualche piccolo refuso, ma nulla di rilevante e grave.
- Non ho rilevato stravaganze senza senso che abbiano tradito la coerenza e la credibilità del modo in cui gli eventi vengono presentati e sviluppati e la trama segue un flusso naturale e comprensibile. Ottima logicità nella conduzione della storia.
- I personaggi presentano caratteristiche ben precise che hanno dato vita a figure concrete, credibili e comprensibili, rendendoli vividi e distintivi e che hanno creato una connessione ( positiva o negativa) con me lettrice e hanno dato spessore alla narrazione. Ottima caratterizzazione dei personaggi.
- L'interlocuzione non è banale e nemmeno superficiale, ma ho rilevato un'ottima capacità di far progredire la trama, rilevare la personalità dei personaggi e rendere la narrazione più viva e realistica. Ottima efficacia dei dialoghi.
- La vicenda è scontata, si sa come andrà a finire ma riconosco la straordinarietà e la minuziosità, a volte esagerata per me, nel descrivere e raccontare la vicenda che ho trovato comunque originale. La storia ha il fattore X.
- La narrazione non contiene generalizzazioni che vengono usate per rendere più immediata la narrazione, non ci sono stereotipi largamente e banalmente condivise.
- Questo romanzo non ha catturato costantemente la mia attenzione, non mi sono immedesimata molto nei personaggi e non ero dentro alla storia e tante volte mi sono estraniata e annoiata e ho rischiato molte volte il blocco del lettore. E' un libro che leggevo e abbandonavo trascinandomi la lettura fino all'ultima pagina, ma senza mai arrendermi. Mediocre la capacità di coinvolgermi.
- Non ho riscontrato svolte improvvise e inaspettate che mi abbiano stupito, e non ho rilevato una nuova prospettiva sugli eventi precedentemente accaduti. Nessun effetto sorpreso per me.
- Sicuramente Moby Dick è memorabile, sono felice di averlo letto anche se non è tra i miei preferiti, che non avrò sicuramente voglia di rileggere in futuro ma che ho, in ogni caso, stimato riflessioni profonde e mi ha affascinato con le splendide descrizioni del mare e della natura e ha lasciato comunque un' impronta che è andata oltre alla semplice lettura e mi ha arricchito. Discreta capacità di lasciare il segno a lettura conclusa e un libro che conserverò nella mia libreria.
⭐⭐⭐⭐
Atmosfera ---) Drammatica
Personaggi ---) A tutto tondo e dinamici
Trama ---) Ben Articolata
Stile ---) Complesso, minuzioso, epico e descrittivo.
Moby Dick è stata adattato in molti film e serie televisive, tra cui:
- Film del 1956 diretta da John Huston con Gregory Peck;
- Miniserie TV del 1998 con Patrick Stewart;
- Film del 2015 Heart OF The Sea. Le Origini di Moby Dick di Ron Howard.
Il romanzo non ha vinto premi letterari importanti ma è considerato un capolavoro della letteratura americana.
FRASE RAPPRESNETATIVA:
FRASE PREFERITA:
Anche questo Mio Diario di Lettura dedicato al libro Moby Dick di Herman Melville finisce qui. Chi di voi lo ha letto? Cosa ne pensate?
Vi mando un bacione e alla prossima!




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