martedì 4 giugno 2024

LA PAZIENTE SILENZIOSA DI ALEX MICHAELIDES - RECENSIONE LIBRO 🕮

 Buongiorno Stelline!

Eccomi con una nuova recensione per la mia rubrica LA BIBLIOTECA DI DANY e oggi andrò a recensire il secondo libro letto nel mese di aprile. Un romanzo che mi è piaciuto e di cui avevo tanto sentito parlare in giro per il web dalle mie bookblogger e booktuber preferite, il libro è di Alex Michaelides e il titolo è LA PAZIENTE SILENZIOSA.




Iniziamo come sempre con qualche piccola informazione "tecnica" del libro!


Autore: Alex Michaelides

Editore: Giulio Einaudi Editore

Edizione: SuperEt

Pagine: 352

Serie/Saga: Autoconclusivo

Tipo: Cartaceo in copertina flessibile

Mese di Lettura: Aprile 2024

Genere: Romanzo Thriller

Mia Valutazione: 💙💙💙💙


"Solo lei conosce la verità. 

Solo lui può farla parlare."

Alicia Berenson sembra avere una vita perfetta: è un'artista di successo, ha sposato un noto fotografo di moda e abita in uno dei quartieri più esclusivi di Londra. Poi, una sera, quando suo marito torna a casa dal lavoro, Alicia gli spara cinque volte in faccia freddandolo. Da quel momento, detenuta in un ospedale psichiatrico, Alicia si chiude in un mutismo impenetrabile, rifiutandosi di fornire qualsiasi spiegazione. Oltre ai tabloid e ai telegiornali, a interessarsi alla "paziente silenziosa" è anche Theo Faber, psicologo criminale sicuro di poterla aiutare a svelare il mistero di quella notte. E mentre a poco a poco la donna ricomincia a parlare, il disegno che affiora trascina il medico in un gioco subdolo e manipolatorio.


Ho sentito tanto parla di questo libro sul web e da tantissimo tempo avevo la grande curiosità e la voglia di leggerlo e finalmente è arrivato il suo momento nel mese di aprile.


I personaggi principali sono Alicia Berenson e Theo Faber. Lei è una famosa pittrice che viene accusata dell'omicidio del marito, ritrovata accanto al corpo della stesso: lui con la testa spappolata da cinque colpi di pistola e lei con dei profondi tagli ai polsi e da quel ritrovamento lei sarà rinchiusa in un ospedale psichiatrico e non parlerà più con nessuno. Lui è Theo Faber, lo psicologo che arriva al Grave Hospital e vuole aiutare la donna che sembra avere un sorprendente passato in comune con lui. La sua missione è quella di riportare Alicia alla luce e ridarle finalmente quella voce che tutti credono perduta.

La vicenda si svolge in epoca reale e corrisponde a diversi giorni e principalmente avviene all'interno dell'ospedale stesso. Il narratore è interno ed è lo stesso Theo Faber che racconta i fatti narrando in prima persona, quindi, narratore e personaggio coincidono.


Il linguaggio utilizzato è ricco, chiaro, semplice, di registro quotidiano, dove si alternano sequenza narrative a quelle dialogiche; di conseguenza il ritmo narrativo è abbastanza rapido e le parole e i pensieri sono riportati mediante la tecnica del discorso diretto e anche come flusso di coscienza, ma anche una sorta di discorso indiretto nelle parti in cui troviamo le pagine di diario scritte da Alicia. Ovviamente i fatti narrati sono frutto di invenzione e vi è un'alternanza di piani temporali, tra presente e passato.

In questo genere di romanzo devono essere suscitati: tensione ( ne ho provata un pochino), sorpresa ( assolutamente sì), ansia ( leggermente provata quando Alicia racconta di uno strano individuo che la spiava in passato) e paura ( personalmente non ho provato questo sentimento leggendo il romanzo).

La linea narrativa principale non è particolarmente complessa, secondo me, ma molto semplice; gli elementi tipici del filone poliziesco-investigativo sono un pochino superficiali, anche se l'omicidio è il crimine commesso, insieme al traffico di psicofarmaci. C'è l'inclusione di elementi polizieschi e investigativi, ma non presenti per tutto il romanzo se non nella parte finale della vicenda. E' lo psicologo, Theo, che cerca elementi non focalizzandosi sulla soluzione del crimine ma pone l'accento sulle motivazioni per cui esso è stato commesso e soprattutto il suo scopo è aiutare Alicia a ritrovare l'uso della parola.




Non ho provato una grande sensazione di pericolo imminente anche perché è una sorta di viaggio all'interno della mente umana, un punto di vista sul percorso che porta a compiere determinate azioni. Si tratta tutto sommato di un viaggio tranquillo, pacato, dove i fili sparsi sono numerosi ma ben nascosti all'occhio di me lettrice.

Il fulcro centrale della vicenda non è Alicia, come io credevo leggendo la trama e il prologo, ma Theo Faber che ha avuto un'infanzia problematica e una vita irrisolta che lo hanno portato ad essere l'uomo che è oggi. Theo ha generalmente, nella grande maggioranza della storia, la funzione di eroe e sembra molto credibile in questo ruolo, in quanto va in una sorte di "missione" per scoprire e portare alla luce segreti. Ma nell'ultima parte del romanzo, quando diventa tutto più chiaro, ha anche la funzione di antieroe, caratterizzato da una dose di determinazione ed è davvero particolare il modo in cui il cattivo della situazione viene assicurato alla giustizia.

In questo romanzo l'antagonista rimane celato nell'ombra, dietro sembianze dell'insospettabile ( e vi assicuro che mi ha davvero fregato) con forti motivazioni che ne spiegano il comportamento, anche se inaccettabili e sorprendenti che mai avrei immaginato.

E' il primissimo libro che leggo di Alex Michaelides e ho trovato la sua narrazione semplice e sicuramente ha creato una storia davvero intrigante e la trama è davvero affascinante e ha saputo coinvolgermi in questa sua narrazione tenuta molto bene, mi ha appassionato ed è chiaro nell'esposizione dei fatti assolutamente originali, logici, abbastanza credibili, interessanti e coinvolgenti.




I suoi personaggi li racconta davvero bene, li descrive bene a livello fisico ma anche nella loro personalità non c'è stato alcun problema di confusione o di incomprensione, al contrario, ti porta a provare empatia per loro e trovo ottima la sua capacità di rendere con le parole, immagini che si creavano automaticamente nella mia mente mentre leggevo, inoltre, è riuscito ad ingannarmi benissimo con un finale che mi ha lasciato a bocca aperta dallo stupore e dal fatto di essere rimasta basita.

Passiamo a questo punto alla valutazione del romanzo sia dal punto di vista oggettivo sia in quello soggettivo.

Dal punto di vista oggettivo, la storia è interessante con uno stile semplice e abbastanza curato. L'opera è scritta abbastanza bene, con qualche piccolo refuso. Vi è una buona logicità nella conduzione della storia, non ho riscontrato stravaganze senza senso, vi è una premessa e tutto discende da essa e la storia si snoda secondo una conseguenza di azioni e reazioni che non fuoriescono dal piano narrativo. Buona è la caratterizzazione dei personaggi, con elementi ben precisi che danno vita a figure concrete che non mi hanno confuso. I dialoghi sono sufficientemente convincenti, le interlocuzioni non li ho trovati  banali e nemmeno superficiali, si accordano abbastanza con il contesto ed incidono sull'emozione suscitata.

Dal punto di vista soggettivo la storia non l'ho trovata scontata e personalmente mi è sembrato originale, anche se non narrato in modo straordinario tanto da considerarlo un capolavoro, non vi sono artifizi particolari e lo stile è unico ma molto semplice e oserei dire piuttosto lineare.





La narrazione contiene stereotipi, ossia il personaggio che si vendica a causa di un episodio spiacevole subito nel passato e sicuramente c'è il cliché dell'antagonista psicopatico. La storia narrata ha generato in me curiosità e interesse, mi ha rapito al punto di indurmi a subordinare ogni altra lettura che avevo in corso per continuare a leggere questo romanzo. Ho trovato immedesimazione, condivisione in alcuni punti e ho provato empatia verso i personaggi e personalmente trovo che questo libro abbia un'ottima capacità di coinvolgere. La Paziente Silenziosa è una storia scritta abbastanza bene, dal contenuto piacevole e un elemento impensato è intervenuto a sconvolgere i piani e il mio entusiasmo ha subito una grande impennata, quindi c'è un bellissimo effetto sorpresa.

Posso dire tranquillamente che per me, questo libro ha una buona capacità di lasciare il segno a lettura conclusa, anche se non lo metto tra i miei libri preferiti, ma mi è piaciuto davvero tanto e ho avuto bisogno di qualche giorno per assorbire la storia ed ero talmente "scioccata" dalla rivelazione finale, che non mi aspettavo e ho avuto bisogno di qualche giorno per uscire in punta di piedi dalla vicenda narrata e chiudermi la porta alle spalle.


Anche questa recensione del libro La Paziente Silenziosa di Alex Michaelides finisce qui. Chi di voi lo ha già letto? Cosa ne pensate? Siete d'accordo con me? Vi ho incuriosito e avete voglia di leggerlo? Oppure non fa per voi? Fatemi sapere  in un commento qui sotto!

Vi mando un bacione e alla prossima!

Dany 💋










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