“Entra in
Biblioteca e cerca la signora Komachi. Il libro giusto sta per arrivare da te.”
Titolo: Finché
Non Aprirai Quel Libro
Autrice: Michiko
Aoyama
Casa Editrice:
Garzanti Srl
Genere:
Narrativa Contemporanea
Data Pubblicazione: 6
settembre 2022
Pagine: 234
Edizione:
Narratori Moderni
Serie: Autoconclusivo
Per prima cosa si entra in
biblioteca. Poi bisogna trovare la signora Komachi, dalla pelle candida e con
uno chignon fissato da uno spillone a fiori. Infine, aspettare che chieda “che
cosa cerca?”. Sembra una domanda banale, ma non lo è. Perché la signora Komachi
non è come le altre bibliotecarie. Lei riesce a intuire quali sono i desideri,
i rimorsi e i rimpianti della persona che le sta di fronte. Così, sa
consigliare il libro capace di cambiarle la vita.
È così per Tomoka che, fagocitata
dalla vita di città, ha smarrito la serenità; per Ryo, che ha un sogno, ma è in
eterna attesa del momento giusto per realizzarlo. Poi ci sono Natsumi, che ha
visto arenarsi la propria carriera dopo la gravidanza e non ha più la forza di
lottare per riavere quello che ha perso, e Hiroya, troppo concentrato su sé
stesso per cogliere nuove opportunità.
Ognuno di loro esce dalla
biblioteca stringendo tra le mani un libro inaspettato, e tra quelle pagine
troverà il coraggio di cambiare prospettiva e non arrendersi. A volte è facile
smarrire la strada e farsi domande sbagliate che non dissipano la nebbia che si
ha davanti. Allora bisogna guardare oltre e scorgere il raggio di sole che
filtra dalle nuvole. La signora Komachi è lì per indicare la strada grazie al
potere mai sopito dai libri.
Finché Non Aprirai
Quel Libro è ambientato in epoca reale, non vi è specificato un arco di
tempo definito e quanto tempo sia passato tra un racconto e un altro, anche se
immagino non tantissimo tempo e le vicende si svolgono nella città di Tokio, in
Giappone, e a fare da sfondo alle storie e vicende narrate, c’è la biblioteca
in cui lavora la signora Komachi, descritta in modo molto dettagliato in cui
riesci tranquillamente a “vederti” in mezzo a quegli scaffali di libri e ne
senti il profumo!
Finché Non Aprirai
Quel Libro racconta cinque storie che si svolgono nel tempo e sono
incentrati su cinque personaggi diversi con un incontro che li cambierà e
ridarà loro la fiducia in sé stessi.
Il personaggio principale della
storia è appunto LA SIGNORA KOMACHI, colei che fa da collante per tutti gli
altri cinque personaggi protagonisti delle cinque storie narrate in questo
libro, ossia:
TOMAKA: 21 anni, commessa in un
negozio di abbigliamento per signora e non trova soddisfazione e un senso per
cui lavorare, si sente incapace e priva di stimoli nelle cose che fa.
RYO: 35 anni, contabile in
un’azienda di mobili con problemi di socializzazione e impossibilità di
reagire. Ha un grandissimo sogno: lasciare l’attuale lavoro e gestire un
negozio in cui raccogliere soltanto cose che gli piacciono, oggetti decorativi
e di antiquariato.
NATSUMI: 40 anni, ex redattrice
di un magazine che viene trasferita ad un livello inferiore nella sua azienda
perché diventata madre.
HIROYA: 30 anni, disoccupato,
insoddisfatto della sua vita il quale si rende conto che lo scorrere del tempo
è incessante e non è ancora riuscito a diventare qualcuno.
MASAO: 65 anni, pensionato che
ormai si sente inutile, arrivato e più nulla sembra essere di stimolo nella sua
vita.
Poi abbiamo la SIGNORA KOMACHI
SAYURI: descritta come una donna di quarantasette anni anche se dà
l’impressione di non avere un’età, grossa, mento e collo un tutt’uno, la pelle
bianca, con un piccolo chignon sulla cima della testa in cui è infilzato uno
spillone dal quale pendevano tre grappoli di eleganti fiorellini bianchi. Occhi
penetranti e dalla voce dolce ma piena di sicurezza, dove anche senza sorridere
trasmette tantissimo affetto per chi le è davanti.
Finché Non Aprirai
Quel Libro è un romanzo ricco che si fa portavoce di eventi psichici
dell’animo di questi cinque protagonisti delle storie narrate. Qui si mette in
discussione la fiducia in sé stessi e l’impossibilità di volersi realizzare che
porta ad una inconsolabile frustrazione che sembra non avere soluzione di
appagamento e soddisfazione.
Abbiamo un Narratore Interno,
infatti, sono i cinque personaggi a raccontare i fatti narrando in prima
persona con una Focalizzazione Interna e quindi il punto di vista
coincide con ognuno dei cinque personaggi dei racconti quindi abbiamo in
sostanza una Focalizzazione Interna Variabile dove i fatti vengono
giudicati e osservati dall’interno degli ambienti rappresentati.
Michiko Aoyama nel suo romanzo ha
voluto soprattutto offrire un momento di evasione ma anche far riflettere,
analizzare le problematiche di ogni singolo protagonista e le difficoltà, le
insicurezze, i sogni e quant’altro di ogni personaggio.
Abbiamo un linguaggio ricco,
vivace, di registro quotidiano e colloquiale in cui si rilevano gli
avvenimenti, le riflessioni, i sentimenti e gli stati d’animo degli stessi
personaggi e quindi si riscontra un lessico familiare dove predominano
sicuramente le sequenze riflessive con ampio spazio anche a quelle dialogiche,
seppur, in minima parte, e descrittive; di conseguenza il ritmo narrativo è
piuttosto rapido, dove le parole e i pensieri sono riportati medianti monologhi
interiori e flussi di coscienza.
Dal punto di vista oggettivo ho
trovato la storia assolutamente interessante, con una bravura stilistica che
non lascia spazio a fraintendimenti, cose non dette o poco chiare. Scritto in
modo eccellente, senza errori o refusi e dove la coerenza fra i piani narrativi
non sono traditi da stravaganze senza senso, ossia non vi sono parti bizzarre,
strane o superficiali. Le cinque storie si snodano secondo una conseguenza di
azioni e reazioni che non fuoriescono dal binario della narrazione, anzi, è
tutto unito benissimo.
I personaggi hanno un’ottima e
giusta caratterizzazione, i protagonisti delle cinque storie non sono infatti
dei manichini esposti in vetrina, ma presentano caratteri ben precisi che danno
vita a figure concrete in cui ognuno di noi si può riconoscere e non inducono
sicuramente a confusione, il loro quadro psicologico e comportamentale è
chiarissimo, preciso e concordante con il testo stesso. Personaggi dinamici che
si evolvono nel corso della storia, rendendola sempre più interessante e
apprezzandola in ogni sua sfaccettatura. I dialoghi poi sono convincenti, per
nulla banali e superficiali, assolutamente credibili in relazione al contesto.
Personalmente ho trovato Finché Non Aprirai Quel Libro un romanzo
assolutamente originale, ero dentro in tutti i racconti e complessivamente l’ho
trovato interessante, stimolante, istruttivo sotto molti aspetti e di lettura
facile e scorrevole che porta alla riscoperta di sé stessi, nella propria
realizzazione personale e lavorativa e ti fa capire quanto sia importante
trovare qualcosa di positivo e di bello anche nelle piccole cose. Le storie
narrate hanno generato in me curiosità e interesse, pur non rapendomi
completamente, ho trovato immedesimazione, condivisione e ho provato empatia
per ogni personaggio incontrato.
Ho adorato soprattutto il primo
racconto che vede l’esperienza di Tomoka, la commessa e il terzo racconto dove
protagonista è Natsumi, ex redattrice di un magazine. In questo terzo racconto
ho apprezzato e condiviso alcune parti e pensieri dove mi sono ritrovata in
molti punti nel comportamento della protagonista:
“Le estremità degli
innumerevoli post-it che ci ho attaccato sbucavano colorati da tutti i lati.”
Esattamente come faccio io mentre leggo un libro!
Un altro pensiero che mi è
piaciuto tantissimo in questo terzo racconto è “Probabilmente
il momento in cui ti sei impegnata di più nella tua vita è stato quando sei
venuta al mondo. Le cose accadute dopo di sicuro non possono essere tanto
dolorose quanto quel momento. Se sei riuscita a sopportare un tale sforzo,
allora puoi superare adeguatamente anche questo.” In effetti, noi
non ce lo ricordiamo, ma quello è stato un momento particolarmente impegnativo
e stressante nella vita di ognuno di noi e se ci soffermiamo a pensare allo
sforzo e la fatica che abbiamo fatto per venire al mondo, tutte le altre
difficoltà della vita non ci appariranno più così insormontabili dal momento
che siamo riusciti ad entrare prepotentemente nel mondo…
Anche nel quinto racconto ho
trovato un paio di passi che mi sono piaciuti moltissimo e con i quali sono
d’accordo:
“Anche se si
invecchia, anche se si lascia l’azienda, anche se si divorzia e si rimane soli,
se ci si dedica a qualcosa che ci piace si può vivere allegri e felici”, un
pensiero ottimista che ci porta ad una consapevolezza che nella vita, anche
quando sembra di non avere più stimoli, basta dedicarsi a qualche nostra
passione, qualunque essa sia, che ci sentiremo ancora vivi e pieni di voglia di
fare, è un bellissimo pensiero che tutti dovremmo riuscire a coltivare in ogni
momento della nostra vita, anche in quelli più difficili e duri, se ci si
dedica a qualcosa come la lettura di un libro, una passeggiata o qualsiasi
altra passione tutto ci sembrerà meno duro!
Anche un altro passo l’ho trovato
molto bello, sempre nello stesso racconto e narra così: “Ci sarà sempre gente per cui i libri sono necessari.
L’incontro con il libro che diventerà importante per qualcuno avviene anche
nelle librerie. Io non permetterò mai e poi mai che le librerie scompaiano da
questo mondo!”. Come non condividere questo pensiero da amante della
lettura come lo sono io, come si può pensare ad un mondo senza libri e
soprattutto senza librerie che racchiudono così tanti mondi e personaggi che
possono arricchire la nostra esistenza? Io non riesco proprio ad immaginare un
mondo senza librerie, il mio rifugio preferito, dove anche se sono giù di
morale ritrovo sempre il sorriso appena vedo i libri e sento il buon profumo
che emanano… per questo non permetterò nemmeno io che le librerie scompaiano!
Purtroppo, leggendo il romanzo,
non ho trovato solo passi piacevoli, ma anche alcuni che mi hanno fatto
arrabbiare e uno in particolare l’ho trovato nel capitolo tre, quando Natsumi
viene trasferita in un altro reparto nella sua azienda, scende quindi di
livello perché ormai madre… “Il primo giorno del
mio rientro mi sono recata alla redazione. I colleghi che rivedevo dopo tanto
tempo, nel dirmi -bentornata- mi sorridevano con un’espressione in qualche modo
rigida. E mentre pensavo a quanto fosse strana quella loro freddezza, il caporedattore
mi ha chiamato in sala riunioni. Dopodiché mi è stato comunicato bruscamente il
trasferimento alla segreteria. Quando chiesi perché mi rispose come se niente
fosse – ma scusa, è troppo faticoso fare il lavoro di redazione e al contempo
crescere un bambino- “Ma chi l’ha detto? Questo pensiero è veramente
maschilista, privo di qualsiasi considerazione per la lavoratrice e un modo per
sminuire e mettere in secondo piano in azienda chi è diventata madre e quindi
considerata non più brillante nel lavoro!
Nel capitolo cinque invece, ho
trovato una parte davvero tristissima: “Quando
mia figlia Chie era bambina ero impegnato anche il sabato e la domenica e non
riuscivo a prendermi un po’ di tempo nemmeno per quello. Ho la sensazione che
tutte le primavere siano passate senza che siamo riusciti ad andare insieme a
vedere la fioritura dei ciliegi. Quando ho avuto del tempo per me, mia figlia
era ormai diventata indipendente da molto tempo e viveva da sola. E anche se
avessimo abitato ancora insieme, dubito che sarebbe voluta venire con me a
vedere la fioritura.” Arrivare ad un certo momento della propria
esistenza, quando ormai si è in pensione, a rendersi conto di quanto il tempo
sia volato e di come molte cose e rapporti, siano stati dati per scontato e non
ci si abbia dedicato del tempo e rendersi conto all’improvviso quanto sia tardi
ormai per certi momenti che sarebbero stati importantissimi all’epoca ma che
non avevamo mai tempo per loro e per i nostri rapporti.
Storia scritta benissimo, con un
bel contenuto, ho apprezzato e amato tutti i personaggi dei cinque racconti e
anche la signora Komachi è favolosa, chi non vorrebbe incontrarla nella propria
vita? Lei è l’evento improvviso o, per meglio dire, il personaggio focale della
storia, seppure comparendo di rado, colei che ribalta la situazione di ogni
singolo personaggio in modo inaspettato, semplicemente consigliando un libro. Una
donna che con poche domande riesce ad inquadrare le persone davanti a lei e a
trovare il libro perfetto per loro. Libri quindi che arrivano al momento giusto
e aiutano a cambiare la vita e a ritrovare la fiducia in sé stessi. Una donna
che con una frase soltanto “Cosa cerca” ti fa venir voglia di affidarle il
corpo e l’animo percependo la sua generosità.
Un libro per nulla noioso, non
prevedibile, ma che ha creato in ogni parte finale di ogni singolo racconto,
empatia ed emozione che sono andate a confermare il giudizio positivo che già
avevo mentre leggevo le storie narrate.
Michiko Aoyama è nata nel 1970 e
vive a Yokohama. Dopo la laurea ha lavorato come giornalista in Australia,
prima di rientrare in Giappone e intraprendere la carriera di editor e
scrittrice. I suoi libri hanno ricevuto numerosi riconoscimenti in patria, tra
cui il Miyazaki Book Award e il Miraiya Shoten Grand Prize.
Finché non aprirai
quel libro, in patria, ha venduto più di 150.000 copie in poche
settimane dall’uscita e vinto il premio Japan Booksellers’ Award, assegnato dai
librai.
L’autrice del romanzo mi è piaciuta davvero tantissimo, mi è piaciuto il suo stile, il suo modo di raccontare e di farmi vivere tutta la storia attraverso gli occhi e le emozioni dei personaggi da lei rappresentati e caratterizzati benissimo.
Per me Finché
Non Aprirai Quel Libro è un romanzo indimenticabile, di cui resterà un
piacevolissimo ricordo, anche se non ne sarò legata indissolubilmente, è una
lettura che mi ha coinvolto e mi è piaciuta e un libro che entrerà di diritto
tra i miei romanzi nella mia libreria di cui non vorrò sicuramente separarmene.
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