“Il problema della
conoscenza è la brama inesauribile che suscita.
Più sai, meno ti
sembra di sapere.
Per cui, spesso,
gli uomini perdono la ragione nell’inseguirla.”
Buongiorno Stelline, oggi per la rubrica LA BIBLIOTECA DI DANY vi parlo del romanzo “The
Atlas Six”, primo volume della serie The Atlas Six di Olivie Blake,
edito da Sperling & Kupfer. Il romanzo dovrebbe diventare anche una serie su
Amazon e sono molto curiosa di vedere come saranno i personaggi protagonisti di
questo romanzo.
Continuate la lettura della mia
recensione per scoprire cosa ne penso del romanzo…
Titolo: The Atlas Six
Autore: Olivie Blake
Editore: Sperling
& Kupfer
Data Pubblicazione: 17
maggio 2022
Genere: Fantasy
Traduttore: Roberta
Verde
“Cos’altro se non
la morte potrebbe conferire una tale vita alla conoscenza che proteggiamo?”
Ogni dieci anni, ai sei maghi più
talentuosi in circolazione viene offerta la possibilità di conquistarsi un
posto nella Società Alessandrina, l’istituzione più segreta ed esclusiva del
mondo, che garantirà loro potere e prestigio oltre ogni limite.
“Ciò che li
attendeva al completamento del percorso di formazione erano ricchezza, potere,
prestigio e conoscenze oltre i loro sogni più sfrenati; essere scelti per l’iniziazione
era soltanto la prima di una vita di infinite possibilità.”
In occasione della nuova
iniziazione, il misterioso Atlas Blakely sceglie: Libby Rhodes e Nico De
Varona, due fisicisti che controllano gli elementi e sono in competizione da
tempo immemore; Reina Mori, una naturalista che comprende il linguaggio della
vita stessa; Parisa Kamali, una telepatica per cui la mente non conosce segreti;
Collum Nova, un empatico in grado di far fare agli altri qualunque cosa; e
Tristan Caine, capace di smascherare qualsiasi illusione.
“Solo trenta
persone al mondo sono abbastanza potenti da poter essere considerate eccezionali
e, tra queste, solamente sei sono abbastanza rare da essere invitate a varcare
la porta.”
Ciascuno dei prescelti dovrà
dimostrare di meritare l’accesso alla Società e lottare con tutte le sue forze
per ottenerlo, sebbene ciò significhi stringere alleanze con i nemici giurati e
tradire gli amici più fidati. Perché, anche se i candidati straordinari sono
sei, i posti nella Società sono solo cinque. E nessuno vuole essere eliminato.
Costi quel che costi.
“Penso che esistano
sei persone con talenti ugualmente straordinari e tra queste voi potreste
qualificarvi, ma anche no.”
Sicuramente una trama molto
intrigante che ha catturato la mia attenzione e ha creato interesse nello
scoprire la storia, conoscere i personaggi e le varie vicende che mi
aspetteranno durante la lettura del libro stesso. Con lo scorrere delle pagine
però mi sono resa conto che ho fatto molta fatica ad entrar nelle vicende
narrate, ho provato un po’ di confusione e non sono riuscita ad appassionarmi e
soprattutto non ho trovato molta chiarezza nell’esposizione dei fatti per la
grande maggioranza della lettura, non riuscivo a capire bene la situazione, l’obiettivo
e non riuscivo ad appassionarmi alla storia per quasi tutto il libro fino all’ultima
parte che invece mi ha coinvolto e mi ha lasciato la curiosità e la voglia di
andare avanti con la lettura del secondo libro quando uscirà!
“Libby era l’eroe,
Parisa il cattivo. Alla fine, sarebbero rimaste deluse entrambe. Nico e Reina
erano così imparziali ed egoisti da essere totalmente trascurabili. Tristan era
un soldato, avrebbe seguito la guida di chiunque si fosse mostrato persuasivo.
Collum era l’assassino, era come un soldato, ma quando lavorava, lavorava da solo.”
Una citazione che racconta e
mostra in sintesi i sei protagonisti della storia che affiancano gli altri due
personaggi principali e cioè Atlas Six e Dalton Ellery.
Non ho riscontrato una grande
descrizione fisica dei personaggi ma una cura minuziosa della loro personalità,
li ho trovati dinamici, che si evolvono nel corso della storia sia per quanto
riguarda la loro introspezione, sia per quanto riguarda il rapporto con gli
altri membri del gruppo, con i quali si studiano a vicenda. Presentano tutti
caratteristiche ben precise che danno vita a figure concrete con grandissime
capacità personale che non hanno tratti analoghi sia di carattere sia comportamentale
e non mi hanno assolutamente indotto alla confusione, anzi, il loro quadro
psicologico è chiaro, preciso e concordante anche se non particolarmente
appassionante e coinvolgente tanto da sentire qualcuno di loro parte di me e
vivere quindi la storia attraverso i suoi occhi o standogli accanto.
Le vicende narrate sembrano
svolgersi in un’epoca reale, contemporanea anche se non particolarmente
definita, ma piuttosto confusionaria e non è ben chiaro in quale arco di tempo
esse si svolgono, anche se procedono secondo un ordine cronologico.
Il narratore è esterno e narra la
storia in terza persona seguendo il punto di vista dei protagonisti, abbiamo
quindi una focalizzazione interna, dove il narratore dice solo quello che sa il
personaggio di cui adotta il punto di vista e viene a conoscenza delle vicende
man mano che si svolgono. Abbiamo quindi una focalizzazione interna multipla,
dove a capitoli alterni, i sei personaggi raccontano ciò che stanno vivendo,
provando e vedendo.
Olivie Blake in questo romanzo ha
voluto soprattutto offrire un momento di evasione e presentare i personaggi
analizzando i loro comportamenti e il modo di convivere di figure molto diverse
tra loro.
Il linguaggio utilizzato è
abbastanza ricco, di registro principalmente colloquiale, dove si alternano
sequenze descrittive, riflessive e dialogiche. Il ritmo narrativo l’ho trovato
piuttosto lento e noioso per gran parte del romanzo e la lettura l’ho trovata
non particolarmente scorrevole e non sempre di facile comprensione.
Dal punto di vista oggettivo la
storia è interessante e uno stile abbastanza complesso e lento, in ogni caso ben
curato con norme della grammatica rispettate, senza refusi ed errori di ortografia
e sintassi. Il filo conduttore e la coerenza tra i piani narrativi non sono
traditi da stravaganze senza senso, logica è la conduzione della storia e i
dialoghi sono abbastanza credibili seppur un po’ confusi a volte e non
particolarmente emozionanti o efficaci.
Dal punto di vista soggettivo
invece, la storia non è sicuramente scontata e di certo originale, senza cliché
anche se non ha generato in me curiosità particolare o interesse per gran parte
del libro se non nella parte finale che mi ha rapito e avevo voglia di
continuare a leggere. Non ho trovato particolare immedesimazione, condivisione ed
empatia per i personaggi, tranne nell’ultima parte seppur non amando o odiando
nessuno di loro, ero piuttosto indifferente a tutte le vicende nelle prime
parti della storia. Sicuramente l’effetto sorpresa nell’ultima parte c’è, un
qualcosa che mi ha sorpreso molto e mi ha portato a farmi moltissime domande e
a voler continuare a leggere la saga per scoprire cosa succederà e se avrò
risposte alle mie domande.
Non è sicuramente una storia
indimenticabile, a cui non mi sento legata e una lettura che non mi ha
coinvolto molto e di cui non ho fatto fatica a staccarmene. Non mi ha lasciato
alcun segno a lettura conclusa, anche se voglio sicuramente leggere il prossimo
volume non appena uscirà qui in Italia.
Complessivamente un romanzo per
gran parte non interessante, non avvincente e a tratti noioso e di lettura non
sempre facile. Non ho un personaggio preferito e nemmeno uno che ho odiato in
modo particolare.
Olivie Blake è lo pseudonimo di
Alexene Farol Follmuth. Ama leggere e scrivere storie, spesso in collaborazione
con l’illustratore Little Chmura. Vive a Los Angeles con il marito, il figlio e
il suo pitbull. È l’autrice di numerosi romanzi, antologie, graphic novel e
sceneggiature di film, tra cui l’adattamento televisivo di prossima uscita da
Amazon Studios dedicato appunto alla serie The Atlas Six.
Ecco, sono arrivata alla fine di
questa recensione del libro THE ATLAS SIX di Olivie Blake. Siete d’accordo con
me con la valutazione del romanzo? A voi è piaciuto? Volete leggerlo? Cosa ne
pensate? Fatemelo sapere in un commento qui sotto!
Vi mando un bacione e alla
prossima!
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