Buongiorno a tutti!
Benvenuti o Bentornati sul mio blog! Oggi vi porto il mio diario di lettura dell'unico libro letto nel mese di giugno, un bel mattoncino che mi ha tenuta compagnia per tutto il mese e che non mi ha permesso di leggere altro.
Sto parlando di un libro che mai nella vita avrei pensato di leggere ma che grazie a Erica ( il suo video GDL lo lascio qui ) e il suo GDL di quest'anno ho letto!
Titolo: Uccelli di Rovo
Autrice: Colleen McCollough
Casa Editrice: Bompiani
Edizione: Tascabili Bompiani
Anno Copyright: 1977
Titolo Originale: The Thorn Birds
Traduzione: Maria Grazia Bianchi
Pagine: 663
Serie/Saga: Autoconclusivo
Data Pubblicazione: 22 gennaio 2003
Data Inizio Lettura: 3 giugno 2025
Data Fine Lettura: 30 giugno 2025
Tipo: Cartaceo in copertina flessibile
Percorso: GDL 2025 di Erica ( Rica tra le righe)
Genere: Romanzo Familiare - Classico
"Le mise allora la mano sotto il mento e le alzò il capo, costringendola a guardarlo, senza riflettere la baciò. Fu un impulso confuso che non affondava le radici nel desiderio, soltanto un'offerta istintiva, quando ebbe veduto che cosa si celava negli occhi grigi. Un qualcosa di distaccato, un sacramento di tipo diverso."
La storia dei Cleary inizia ai primi del Novecento e abbraccia più di un cinquantennio, nel grandioso scenario naturale dell' Australia. Gli anni consumano le vite in una vicenda di sentimenti e passioni, di fede e amore, sulla quale si stende grave e inesorabile il senso di giustizia divina.
I personaggi, soprattutto le memorabili figure femminili, tenere e orgogliose, vanno incontro al destino come gli uccelli di rovo della leggenda australiana, che cercano le spine con cui si danno la morte.
E' definito un libro di memorabili emozioni, diventato un bestseller mondiale che fece scalpore sul finire degli anni Settanta e ancor oggi rimane nell' immaginario collettivo con una rara forza narrativa.
( Sono assolutamente d'accordo, un libro che considererei un classico perchè rimane nel tempo e ogni volta trasmette un' emozione nuova mentre lo si legge)
Colleen McCollough è un' autrice australiana nata a Wellington nel 1937 e morta nel 2015. Si è imposta all'attenzione di tutto il mondo con questo romanzo da cui è stato tratto il celebre sceneggiato televisivo interpretato da Richard Chamberlain e Rachel Ward ( di cui ho pochissimi frammenti in quanto ero piccolissima quando andò in onda e mia mamma non voleva lo guardassi e ho solo piccole immagini nella memoria ma non avevo seguito la storia, ma mio papà aveva registrato le puntate e ora, dopo aver terminato la lettura posso guardarle e non vedo l'ora; ma prima finisco di scrivere il mio diario, perchè ho paura di influenzarmi attraverso la serie televisiva, ma, appena avrò finito di completare questo mio diario, allora inizierò a guardarlo).
Tra i suoi libri ci sono anche: I giorni della gloria, I giorni del potere, I favoriti della fortuna, Cesare. Il genio e la passione e Il Canto di Troia. ( Che mi piacerebbe leggere!)
In questa sezione sto per riportare il mio diario dove annoto le parti più significative del libro in modo più completo anche con i miei vari commenti, non racconto tutto nei minimi particolari ma riporto, in modo discorsivo le parti che più mi hanno colpito della storia ed è probabile che dica qualcosina di troppo e faccia probabili spoiler, quindi se avete paura di trovare un po' troppo in questa mia sezione passate direttamente alla mia recensione e considerazioni finali.
Come dicevo all'inizio il romanzo è diviso in sette parti.
Prima parte: 1915-1917 Meggie
Si apre con la bellissima leggenda su un uccello "La leggenda narra di un uccello che canta una sola volta nella vita, più soavemente di ogni altra creatura al mondo. Da quando lascia il nido, cerca e cerca un grande rovo e non riposa finché non lo abbia trovato. Poi cantando tra i rami crudeli, si precipita sulla spina più lunga e affilata. E mentre muore con la spina nel petto, vince il tormento superando nel canto l'allodola e l'usignolo. Una melodia suprema il cui scotto è la vita. Ma il mondo intero tace per ascoltare, e Dio, in Paradiso, sorride. Al meglio si perviene soltanto con grande dolore…" Così dice la leggenda. (Molto triste ma anche molto interessante questa leggenda).
Nella famiglia Cleary, chi non sapeva combattere le proprie battaglie otteneva scarso soccorso e poca comprensione: una regola valida anche per le ragazze. E già da bambina Meggie sperimenta la sofferenza nel suo cuore, quando subisce la prepotenza di due dei suoi fratelli che le distruggono la bambola ricevuta in regalo dai suoi genitori per il suo compleanno, fino a quel momento non aveva mai posseduto nulla per cui valesse la pena di affliggersi.
La mamma di Meggie, Fiona Cleary soprannominata Fee, era una donna molto bella ma con un viso piuttosto duro e severo, trascorreva la propria esistenza in cucina ed era una donna taciturna e quello che pensava, nessuno lo sapeva; non rideva mai e non perdeva mai la pazienza e Meggie a volte desiderava intensamente sentir ridere sua madre e nonostante fosse una bimbetta intuiva che loro due condividevano qualcosa di speciale che non apparteneva al padre e ai fratelli.
Il padre, Padriac Cleary, era classico patriarca maschilista ma un grande lavoratore. Riteneva che le manifestazioni d'affetto tra marito e moglie si addicessero soltanto alla camera da letto e che doveva esserci, nella famiglia, la giusta distribuzione dei compiti e che le faccende domestiche erano un lavoro da donne e basta. Nessun componente di sesso maschile della famiglia doveva sbrigare lavori femminili. I figli maschi costituivano il più grande motivo d'orgoglio di Paddy tra i suoi pari, secondo lui chi genera figli maschi era un vero uomo. L'unico figlio con cui aveva un rapporto difficile era il maggiore, Frank, che era sempre stato il più lontano dal suo cuore, per quanto lui cercasse di evitare discriminazioni tra i propri figli, ma il loro era antagonismo inespresso.
Meggie adorava suo fratello Frank, era il solo a darle apertamente affetto, il solo che la stringesse e l'abbracciasse, l'unico che la confortasse e consolasse. "Era Frank il più vicino al suo cuore, la stella del suo cielo limitato".
Parte seconda: 1921-1028: Ralph
A Drogheda, in Australia, incontriamo Padre Ralph de Bricassart, irlandese, disciplinato ma acuto come sempre, il suo senso dell'umorismo.
Drogheda è la più antica e la più vasta tenuta del distretto, di cui proprietaria e Mary Carson, una donna di sessantacinque anni, vedova, dal carattere intrattabile e dall'espressione gelida.
La bellezza e la premurosità di Padre Ralph, la sua intelligenza acuta e sottile, sarebbe stato sicuramente uno splendido cardinale. Un uomo avvenente ed egli doveva essere conscio del suo aspetto perfetto e doveva essere consapevole di ciò che era e per lui significava molto essere prete, quella pienezza, quell'essere un tutt'uno con Dio, non è per lui in funzione del luogo. E' il cauto sviluppo di uno stato d'animo che apre l'anima a Dio. E' pronto a rinunciare a qualsiasi ambizione, a ogni desiderio, pur di avere la possibilità di essere un prete perfetto. Sembrava non esistesse niente che quell'uomo non sapesse fare.
Appena Padre Ralph vide Meggie rimase catturato da quegli occhietti e dalla sua dolcezza; lo avevo commosso in modo quasi intollerabile e non sapeva perchè. Era una bambina, e di conseguenza non costituiva un pericolo per il suo sistema di vita o per la sua reputazione sacerdotale. Colmava uno spazio vuoto nella sua vita che Dio non poteva colmare, perchè possedeva calore e concretezza umana. (Mi sono un attimo sorpresa da questo sentimento che Padre Ralph nutre per la piccola Meggie, è molto dolce e tenero nei suoi confronti ma mi è sembrato un tantino esagerato e mi ha lasciato un pochino perplessa, anche se i suoi sentimenti erano puri e senza pensieri strani nei confronti della bambina.)
Il dominio di sé era fenomenale in Meggie, il suo orgoglio formidabile. Nessuno doveva mai sapere che cosa accadeva dentro di lei, l'apparenza doveva continuare a essere impeccabile fino all'ultimo ( e questa è una caratteristica di Meggie che crescerà insieme a lei, e che si porterà in tutto il resto della storia.)
L'affetto di Padre Ralph per Meggie e l'istinto sacerdotale di offrirsi lottavano contro l'orrore di divenire necessario a una creatura umana, e di far sì che la stessa creatura umana divenisse necessaria a lui. "Fino a quando vivrò cercherò di aiutarti, di vegliare su di te. Una sorta di angelo custode."
Il sentimento di Meggie per Padre Ralph sta mutando e crescendo anche se era consapevole che era peccaminoso sognare in quel modo a proposito di un sacerdote, le riusciva impossibile imporsi di evitarlo. Ma anche per Padre Ralph vi è un mutamento dei sentimenti per lei, non voleva che crescesse, voleva la ragazzina da poter trattare come un piccolo tesoro. Che beatitudine sarebbe stata poter rivelare, almeno una volta nella vita i suoi sentimenti. Ma l'abito, gli insegnamenti ricevuti e la discrezione, tutto questo era troppo ridicolo. "Era tempo che affrontasse la realtà , era tempo che smettesse di sognare e sperare."
Padre Ralph pensa che nulla, tranne il contemplare lo spazio disseminato di stelle, poteva persuadere un uomo che l'eternità e Dio esistevano. Si sente ad un certo punto un impostore in quanto prete e uomo non possono coesistere...essere un uomo significa non essere un sacerdote. Troppi pensieri, troppe emozioni e tutto incontrollabile. Fuggiva la sua sofferenza ma essa lo seguiva senza alcuna fatica. Il dolore perché alla fine doveva lasciarla, la sua Meggie.
Entro quella stessa settimana partì, senza più tornare a Drogheda e Padre Ralph diventava segretario privato dell' Arcivescovo Cluny Dark; accertò anche quanto avesse posseduto Mary Carson e riunì le redini dell'amministrazione del patrimonio a favore della Chiesa.
Parte Terza: 1929-1932 Paddy
Meggie non aveva ancora capito che il sacerdozio d Ralph era qualcosa cui egli non avrebbe mai potuto rinunciare. Lei anelava, senza sapere affatto a che cosa, ma la spinta fondamentale esisteva, e la trascinava inesorabilmente nella direzione di Ralph. Pertanto lo desiderava, lo sognava, lo voleva e si affliggeva perchè nonostante il suo proclamato affetto per lei, egli le attribuiva così poca importanza da non venire mai a trovarla. "Padre de Bricassart è un sacerdote, Meggie. Non potrà mai, mai, smettere di esserlo. I voti che ha pronunciato sono sacri, troppo solenni per poter essere infranti." Invece la solitudine da cui Padre Ralph si sentiva oppresso aveva un nome: Meggie. Lui non sa che Roma ha gli occhi puntati su di lui.
La minaccia del disastro imminente, un tremendo incendio che nulla, tranne la pioggia, avrebbe potuto impedire di ardere per settimane e di ridurre a un deserto centinaia di chilometri quadrati di terre fertili. In un momento così duro e doloroso per Meggie ecco il ritorno di Padre Ralph. "Volevo essere sicuro che tu fossi sana e salva. Avevo la sensazione di essere necessario, dovevo vedere con i miei occhi." Le mise la mano sotto il mento e le alzò il capo, costringendola a guardarlo, poi, senza riflettere, la baciò. Fu un impulso confuso che non affondava le radici nel desiderio; soltanto un'offerta istintiva, quando ebbe veduto che cosa si celava negli occhi grigi di Meggie. Un qualcosa di distaccato, un sacramento di tipo diverso. (Molto intenso ed emozionante il bacio tra loro). Il dolore venne dimenticato, la Chiesa venne dimenticata, Dio venne dimenticato e fu un impulso spaventoso difficile da placare e l'essere mortale premeva su di lui, un peso immane che gli schiacciava l'anima, sprigionando il vino amaro e scuro dei sensi con una piena improvvisa. ( E' la passione che non si può e non si riesce a controllare.)
"Era come un faro, da lei scaturivano lampi di sofferenza ogni volta che i suoi pensieri tornavano a quel culmine di commozione, troppo grande per poter essere arginato."
Parte quarta: 1933-1938 Luke
Dopo il devastante incendio, la sola cosa da fare consisteva nel rimediare alle perdite e nel ricominciare daccapo. Purtroppo dopo la scomparsa di Paddy e di Stu, non esisteva più alcun modo di arrivare al cuore di Fee e lei stessa aveva dimenticato la promessa fatta a Padre Ralph.
Un nuovo personaggio entra in scena, Luke O'Neil, dai ridenti occhi azzurri che a Meggie ricordavano quelli di Padre Ralph ed era strano per lei vedere una persona familiare e al contempo tremendamente estranea e da qui lei continua a fare paragoni tra due uomini. Meggie voleva provare qualcosa, voleva che la passione soffiasse su di lei come un vento impetuoso e caldo "Desiderava cambiamento e vitalità e amore."
Luke veniva trattato come uno di famiglia e la vecchia piaga si stava rimarginando, anche se non provava mai per lui quello scuro e liquido fuoco nelle ossa, non pensava mai che, se non lo avesse più riveduto, sarebbe avvizzita, inaridendosi; non fremeva e non tremava mai perchè lui la guardava.
Meggie era troppo ingenua e non capiva che Luke mirava solo al suo denaro perchè era un uomo che a tutti i costi avrebbe voluto diventare un padrone e di lì a poche settimane lo avrebbe sposato. A lui non interessavano le sofferenze di Meggie, per lui era semplicemente un trofeo, per lui la donna era da ritenersi più o meno un bene mobile del marito. In Meggie c'era un inizio di ribellione, ma molto piccolo, e inoltre il suo feroce orgoglio le vietava l'indegnità di un litigio e secondo lei doveva solo dargli tempo (un'illusa, un'ingenua e una tremenda imbranata, mi ha innervosito). Dall'ira contro Luke, contro la sua indifferenza per il suo dolore, passò al rimorso, e finì con l'incolpare soltanto se stessa. Era convinta che se non ci fosse stato in lei qualcosa che non andava, lui si sarebbe comportato molto diversamente.
Lei non amava Luke, non lo avrebbe mai amato. Luke non era altro che un surrogato, un uomo che poteva darle dei figli simili a quelli che avrebbe potuto avere con Ralph de Bricassart.
Lo stesso Ralph era tutto ciò che la Chiesa apprezzava nei suoi massimi esponenti. Aveva un'intelligenza fulminea e sottile, il volto non tradiva nulla di ciò che passava nei pensieri, era un diplomatico. Meggie pensava che Ralph era stato con lei di gran lunga più buono e più leale di Luke. Non una sola volta l'aveva incoraggiata a sognarlo in qualsiasi ruolo, tranne quello del prete e dell'amico, poiché, anche nelle sue occasioni in cui si erano baciati, l'iniziativa era stata di Meggie. Era lei a volere Ralph, e non avrebbe mai dovuto accontentarsi di meno. Luke è un bastardo e come aveva potuto confondere Luke con lui? Non esisteva nessuno che gli somigliasse e aveva tradito tutto ciò che provava nei suoi riguardi. "Luke era il lato opaco dello specchio; Ralph era splendido come il sole."
Justine costituiva la prova vivente del fatto che il grande Luke O'Neil non era perfetto, poiché, se lo fosse stato, senza dubbio avrebbe generato soltanto maschi. Lei, Meggie si ritiene una donna comunissima, non è ambiziosa, intelligente e colta ( è davvero durissima con se stessa). Il suo sogno è avere soltanto un marito, dei figli, la sua casa e un po' di amore da qualcuno.
Per Meggie stare da sola sull'isola di Matlock, le sembrava meraviglioso, non vedere nessuno le dava un tale sollievo, era una fonte di tale serenità ! (Bellissima sensazione di libertà , vorrei tanto andarci anch'io da sola e stare in pace con me stessa per qualche giorno).
Si rese conto che in un certo senso, Ralph era come Dio, tutto cominciava e finiva con lui. Lui esisteva e, anche se non avesse più riveduto fino all'ultimo dei suoi giorni, sembrava probabile che l'estremo pensiero prima di scendere nella tomba sarebbe stato per lui. "Come era spaventoso che una sola persona potesse significare tanto, tante cose diverse."
Meggie appena vede Ralph sull'isola, si rende conto che non avrebbe mai voluto altro dalla vita. Da parte di Ralph, doveva confessarlo, l'aveva desiderata fisicamente sin dal momento del loro primo bacio ma il desiderio non lo aveva mai ossessionato quanto l'amore. Insieme a lei il tempo smise di ticchettare e cominciò a fluire, lo inondò fino a non avere più alcun significato, soltanto una profondità di dimensione più reale del tempo reale. "Ho la sensazione di non aver mai veduto il mondo prima d'ora". Ma Ralph doveva ripartire, doveva tornare alla Chiesa e ai suoi doveri. Mai più con lo stesso spirito di prima, forse, mai più capace di servirla. "Soltanto chi è scivolato e caduto conosce le difficoltà del cammino".
Meggie ammette a se stessa e parlando con Anne, di aver amato Ralph sin da quando aveva dieci anni e che continuerà ad amarlo anche se dovesse compare fino a cent'anni. Ma lui non le appartiene, mentre il bambino che ha in grembo sarà soltanto suo. E così decide di lasciare Luke e tornare a Drogheda.
Parte quinta: 1938-1953 Fee
Ralph ammette con Vittorio che non sapeva che una donna potesse dare simili sensazioni, o potesse essere la fonte di una gioia così profonda. Avrebbe voluto non lasciarla e le mancherà finché avrà vita. "Il cammino che seguiamo nella vita non è nelle nostre mani."
Ogni volta che Meggie guardava Dane, sembrava che il cuore le si capovolgesse. Aveva un'espressione sempre sorridente, la sua indole era una curiosa combinazione di placidità e di profonda e salda felicità , sembrava avere acquisito grande serenità , una consapevolezza di se stesso senza quelle difficoltà nelle quali si imbattono di solito i bambini. La somiglianza con Ralph era a volte addirittura spaventosa.
Parte sesta: 1954-1965 Dane
La caratteristica principale di Justine era una straordinaria autodisciplina, come se fosse stata abituata sin dalla fanciullezza a non consentire alle circostanze di influenzare la sua serenità .
Silenzio, assenza di forma, oblio della propria identità umana, ecco che cosa provava Dane entrando in una chiesa. In nessun altro luogo si sentiva così a posto, così intensamente in pace con se stesso, così lontano dalla sofferenza.
Meggie lo stava fissando come se la prospettiva del suo sacerdozio fosse stata per lei una condanna a morte, ma non poteva imporglisi "Ti affiderò a Ralph perchè so che ti proteggerà per amor mio."
Erano gente strana, quelli di Drogheda. Non amavano soffrire insieme; preferivano restar soli con loro dolore.
Orgoglio, ambizione, una certa assenza di scrupoli. E l'amore per Meggie fiorito tra queste cose. "Cercò di dirle perdonami e vide che lo aveva perdonato da molto tempo."
Parte settima: 1965-1969 Justine
Ralph De Bricassart era uno degli uomini più tormentati che lei abbia mai conosciuto. La morte di Dane aveva aperto un vuoto così enorme che Justine disperava di poterlo mai colmare. Non riusciva a trovare il coraggio di affrontare sua madre: avrebbe significato rivivere tutta la storia, probabilmente nel pieno di una tempesta di dolore che, fino a quel momento, era riuscita a evitare.
"L'uccello con la spina nel petto segue una legge immutabile, è spinto da non sa che cosa a trafiggersi, e muore cantando. Nell'attimo stesso in cui la spina penetra, non ha consapevolezza della morte imminente; si limita a cantare e a cantare, finché non rimane più vita per emettere una sola altra nota. Ma noi, quando affondiamo le spine nel nostro petto, sappiamo, comprendiamo. E lo facciamo ugualmente… lo facciamo ugualmente."
Uccelli di Rovo presenta tutte le caratteristiche del romanzo familiare. Ricostruisce la storia della famiglia Cleary attraverso un arco temporale lungo cinquant'anni e approfondisce non solo la caratterizzazione dei personaggi, le relazioni che questi hanno tra loro e con altri, ma anche il contesto storico e geografico in cui sono calati.
E' un unico romanzo autoconclusivo in cui i passaggi generazionali ( anche se al centro di tutto c'è sempre Meggie, la protagonista assoluta della famiglia) e temporali vengono sviluppati e raccontati dividendo il volume unico in ben sette parti.
Un romanzo che ha regalato a me lettrice una vita parallela, nuovi amici (Meggie soprattutto) e non proprio una nuova famiglia, ma essenzialmente degli amici. Mi ha trascinato sicuramente in un qualcosa mai conosciuto prima, se non a grandi linee per via della serie televisiva andata in onda negli anni ottanta, quando ero bambina e conoscevo in modo molto sommario "per sentito dire". E' stato per me un romanzo tangibile che quasi ne sento la mancanza dopo aver letto l'ultima pagina.
Non c'è un albero genealogico posizionato all'inizio del libro ( come spesso accade in un romanzo famigliare) ma non ne ho sentito la necessità perchè si comprendeva benissimo ogni legame.
Non tutti i personaggi della famiglia vengono caratterizzati minuziosamente e molti di loro li ho trovati strumentali per la storia e la costruzione del personaggio principale che è Meggie,
C'è un contesto storico preciso e ne segue l'evoluzione sociale, economica, climatica e ambientale che mi ha aiutato a comprendere, pur non approvando, comportamenti e parole dei personaggi principali della storia.
Rispetto al classico romanzo famigliare non vi è un vero e proprio assetto corale, ma seguiamo principalmente Meggie, Dane e Justine a livello famigliare più il personaggio di Padre Ralph che è comunque legato alla famiglia Cleary, soprattutto a Meggie. Tutti questi personaggi, ma anche alcuni dei secondari, hanno un proprio ruolo, un proprio carattere e un proprio percorso di vita che legano agli altri personaggi in gioco in questa famiglia.
Confermo che è stata una lettura molto lunga, che mi ha impegnato per tutto il mese e ha richiesto attenzione e continuità nella lettura. Ha suscitato in me interesse, non mi ha annoiato e mi ha tenuto incollata alle pagine. Ho riscontrato il filo rosso che lega gli eventi dei tre personaggi principali della famiglia, ma soprattutto di Meggie, della sua crescita, evoluzione e cambiamento con il trascorrere degli anni ma con un punto fermo che non cambierà con lo scorrere del tempo.
Personalmente ho trovato anche caratteristiche del genere classico in quanto ha un valore oggettivo e tradizionale. E' bello indiscutibilmente e che può essere considerato nella storia della letteratura anche mondiale. Soprattutto per il fatto che questo libro si è imposto all'attenzione di tutto il mondo.
Non ha sicuramente la caratteristica dell'eccellenza e nemmeno quella della perfezione di un grande classico ma sicuramente è un romanzo che permane nel tempo.
Esercita anche un'influenza particolare perchè s'impone come indimenticabile e si nasconde nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo e individuale.
Può essere considerato bello, anche se non estremamente importante e non per forza di valore come altri grandi classici molto più importanti e sicuramente non ha eccellenza della forma ma è sicuramente ricco di contenuto.
A livello soggettivo lo considero un classico in cui prediligo la trama, l'empatia e l'emozione che è riuscito ad ogni modo a suscitarmi. Costituisce una ricchezza per averlo letto, si è imposto come un romanzo indimenticabile che credevo di conoscere per sentito dire ma che ho trovato nuovo, inaspettato e per me inedito. Non mi è sicuramente indifferente e lo considero il "mio" classico.
Uccelli di Rovo non lo classifico come un genere romance perchè non possiede i due capisaldi fondamentali del genere: non c'è la centralità della storia romantica, passionale e nemmeno il lieto fine e non c'è una vera e propria ricompensa finale della protagonista con il classico "lieto fine" ma una sorta di evoluzione e cambiamento di Meggie a livello personale.
Sicuramente la storia d'amore c'è ma è proibita che ha coinvolto ma che m ha fatto un po' storcere il naso e non è stata totalizzante. Il sentimento "eterno" che Meggie ha nei confronti di Padre Ralph è un elemento centrale del romanzo, un amore peccaminoso con intrecci, intrighi che mi hanno comunque coinvolto pur sapendo che non ci sarebbe stato il classico lieto fine di un romance, non vi erano fin da subito i presupposti per un "happy end".
Ha rilevanza la descrizione dei personaggi in questo romanzo, esaminati e sviluppati non solo in relazione l'uno con l'altra, ma anche e soprattutto nella propria sfera personale che hanno donato maggiore spessore alla storia in sé portando anche a profonde riflessioni.
La figura dell' "eroina" c'è in Meggie che affronta tutto ciò che la vita le pone davanti come ostacoli, pericoli e dolori. In Padre Ralph non ho visto il "cavaliere" che viene a salvarla, anche se in modo non troppo chiaro per me, arriva sempre quando Meggie ha più bisogno di lui.
Mary Carson, la zia, è sicuramente l' antagonista di sesso femminile, che colpisce all'istante i sentimenti di Ralph e Meggie e li contrasta sapendo che Ralph avrebbe scelto la "carriera" e il potere invece di Meggie. Sicuramente una donna subdola e cattiva.
Meggie è una bambina, poi adolescente e alla fine donna orgogliosa, molto sola, poco considerata dal resto della famiglia, soprattutto dalla madre e Padre Ralph è l'unico a comprenderla.
Lo stesso Padre Ralph è sicuramente affascinante, dolce, comprensivo che all'inizio si comporta come un padre, un amico o fratello maggiore ma che vede mutare il suo sentimento quando si accorge che Meggie non è più una bambina e prova in tutti i modi a resistere ai sentimenti e alla passione per lei.
L'epoca in cui si svolgono le vicende è reale e storica, esattamente nel novecento in un arco di tempo che va in periodi molto lunghi, esattamente cinquant'anni e la narrazione procede secondo un ordine cronologico. Lo spazio è reale e le vicende si svolgono principalmente in Australia, in Inghilterra e a Roma in Italia.
Il narratore è esterno, narrato in terza persona e vi è una focalizzazione zero, attraverso un classico narratore onnisciente, ossia fuori dalla storia, non è uno dei personaggi, legge nel pensiero e penetra nell'animo degli stessi e sembra osservare tutto dall'alto ed un narratore impersonale.
Un romanzo che ha sicuramente temi intensi, oltre alla storia, come la maternità , la difficoltà di vivere e abituarsi all'ambiente australiana di Drogheda, la difficile e complicata condizione di essere donna, il razzismo, la violenza, la superiorità maschile su quella femminile, la guerra, la morte, il dolore; temi che vanno oltre al solo amore o alla sola passione pur sempre peccaminosa.
Non particolarmente di grande spessore l'erotismo, ma molto poetico, delicato e dolce l'atto d'amore tra Meggie e Ralph, anche se alcuni punti ( non tra loro) li ho trovati un po' volgari e fastidiosi.
Sicuramente ha dato a me lettrice la possibilità di evadere anche se non completamente e mi ha fatto anche riflettere. Il linguaggio l'ho trovato ricco, di registro medio con una predominanza di sequenze descrittive, riflessive e dialogiche e il ritmo della narrazione è piuttosto lento per via delle descrizioni accurate e dettagliate di ogni particolare ma non assolutamente noioso.
Uccelli di Rovo è il primo libro che leggo di Colleen McCollough e il suo stile descrittivo mi è piaciuto, l'ho trovato dettagliato e minuzioso nel racconto delle varie situazioni e personaggio principali e gli ambienti circostanti sono il punto di forza di questo romanzo, ho trovato la loro descrizione semplicemente meravigliosa ed è riuscita a farmi "vedere" tutto quanto. Non mi è piaciuto che alcuni personaggi secondari li abbia tenuti in disparte e non li abbia approfonditi, come ad esempio Frank e anche tutti gli altri fratelli e non mi sono piaciute alcune espressioni che ha utilizzato che contrastano con altri parti quasi poetiche ed evocative, o che comunque hanno suscitato in me emozioni.
. Una storia interessante e lo stile ben curato
. Qualche piccolo refuso l'ho riscontrato durante la lettura, tutto sommato un romanzo scritto bene.
. Nessuna stravaganza senza senso ha tradito il filo conduttore e la coerenza fra i piani narrativi. Buona logicità nella conduzione della storia.
. Ottima caratterizzazione dei personaggi, con descrizioni esaurienti e quadro psicologico molto chiaro, preciso e concordante che non ha indotto a confusione ma che ha dato vita a personaggi concreti; anche se alcuni personaggi secondari poco sviluppati, quasi "dimenticati" con lo scorrere della narrazione e lasciati un po' da parte, utilizzati principalmente per far risaltare e per costruire il personaggio di Meggie; è vero che sono personaggi marginali ma Frank, ad esempio, che nella prima parte è molto presente e importante per Meggie, ad un certo punto scompare e non ha più grande rilevanza nella sua vita.
. Dialoghi abbastanza efficaci, interlocuzione tra loro mai banale, superficiale ma assolutamente credibili in relazione al contesto.
. E' sicuramente una storia originale, anche se un pochino scontata in certi punti e rilevatrice in altri. In ogni caso una storia che si contraddistingue e risalta per la sua originalità .
. Qualche stereotipo l'ho riscontrato ma nulla di fastidioso.
. La storia narrata ha generato in me tanta curiosità e interesse, avevo sempre voglia di continuarne la lettura e cercavo ogni momento libero per farlo. Ho trovato immedesimazione in Meggie, ho amato e sofferto insieme a lei e anche per gli altri personaggi l'empatia c'era e oltre a Meggie, ho amato Anne; mentre ho odiato Luce O'Neil. Mentre con il personaggio di Justine ho avuto un'antipatia iniziale che poi si è tramutata quasi in affetto con il procedere della storia in quanto ho compreso il suo dolore e il suo modo di comportarsi e mi ha fatto tanta tenerezza e mi è piaciuta tantissimo la sua evoluzione. Un romanzo con un'ottima capacità di coinvolgere.
. Qualche effetto sorpresa c'è stato, anche se il finale non mi ha sconvolto o spiazzato, ero abbastanza pronta a tutto anche se mi ha commosso lo stesso in ogni aspetto.
🌟🌟🌟🌟 1|2
Un libro che mi ha lasciato il segno a lettura conclusa, mi è piaciuto, l'ho trovato un romanzo interessante, a volte un pochino statico e pesante, ma non mi sono mai annoiata, ci sono parti che ho amato e altri che mi hanno commosso, mi hanno fatto arrabbiare, oltre a tanta tenerezza e ammirazione per il personaggio di Meggie e la lettura è stata intensa, non sempre facilissima ma molto appassionante e coinvolgente e a cui pensavo; anche dopo averlo terminato ci ho messo un po' di tempo a staccarmi completamente dalla storia e lasciarmi la mia adorata Meggie e la sua storia alle spalle.
Un libro che mi è piaciuto, che probabilmente non rileggerò in futuro ma che conserverò nella mia libreria personale e di cui non vorrò mai separarmene.
"Nemmeno un lungo pianto poteva offuscare la bellezza di quegli occhi."
Anche questo mio diario di lettura con protagonista il libro Uccelli di Rovo di Colleen McCollough finisce qui. Chi di voi lo ha letto? Vi è piaciuto? Cosa ne pensate, lo vorreste leggere? Aspetto i vostri commenti!
Vi mando un bacione e alla prossima!
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